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Nel bilancio del Partito democratico c’è un buco da oltre 600mila euro

Il tesoriere Luigi Zanda, nella sua relazione evidenzia un buco nel bilancio da 600.495 euro. Nella prima metà del 2019 molti parlamentari dem hanno versato importi nelle casse del partito ben più onerosi della quota di 1.500 euro dovuta mensilmente. La relazione mette anche in evidenza i costi sostenuti dal Pd lo scorso anno: oltre 11 milioni di euro, destinati per la maggior parte a campagna elettorale e spesa per il personale dipendente.
A cura di Annalisa Girardi
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Le casse del Partito democratico sono sempre più vuote. Il tesoriere Luigi Zanda, nella sua relazione evidenzia un buco nel bilancio da 600.495 euro. Al 31 dicembre 2018, il Nazareno vantava crediti nei confronti dei suoi deputati e senatori per 822.542 euro, ma nella prima metà del 2019 vari parlamentari democratici hanno effettuato versamenti al partito per cercare di risanare il saldo. Sulla sito si possono consultare tutti i pagamenti in questione, alcuni ben più corposi rispetto ai 1.500 euro mensili dovuti dai parlamentari del Pd. Lo scorso giugno, ad esempio, il deputato calabrese Demetrio Battaglia ha versato ben 30mila euro nella casse del partito, mentre il senatore ed economista Tommaso Nancini ne ha versati 10.500. La deputata piemontese Chiara Gribaudo ha accreditato al Pd 15.000 euro, mentre altri 12.000 sono arrivati da Gianni Dal Moro. Lisa Noja, Roger De Menech e Maria Chiara Gadda ne hanno versati invece 10.000 a testa. Marina Berlinghieri, deputata nella circoscrizione Lombardia, lo scorso maggio ha effettuato un bonifico al partito per 7.ooo euro, mentre Matteo Richetti ed Ernesto Magorno hanno versato 6.000. Il vicesegretario Andrea Orlando, invece, ha messo nelle casse del Pd 5.000 euro. Infine, Matteo Renzi, ne ha versati 6.500.

Nella relazione del tesoriere dem vengono anche specificati in che modo sono ripartiti i costi sostenuti dal partito lo scorso anno. La maggior parte della spesa effettuata nel 2018 è stata destinata alla campagna elettorale, fra propaganda, eventi e sondaggi, per 2.693.696 euro, e ai costi per il personale dipendente, per 4.690.738 euro. Poi, altri 29.830 euro sono stati spesi per acquistare cancelleria varia e altri beni di consumo, mentre 576.468 sono stati assorbiti dai costi per i servizi, cioè le spese per i collaboratori e le consulenze. Le spese per i servizi legati alla sede nazionale del Nazareno, che comprendono vigilanza, manutenzione, riparazioni varie, pulizie e servizi logistici, ammontano a 507.260. Altre voci di spesa, come segnala il Messaggero, racchiudono affitti, noleggi, manifestazioni per 111.221, mentre per le sedi operative sono stati erogati altri 765.812. Per i contributi alle associazioni invece sono stati spesi 262.180 euro. Le spese per le utenze corrispondono a 190.566 euro, mentre quelle per trasferte, viaggi e rimborsi a 336.152. Sotto la voce ‘ammortamenti e svalutazioni' sono segnati 618.828 euro, sotto a quella ‘accantonamenti per rischi e oneri' ce ne sono 7.229, e ancora 274.304 a quella per ‘oneri diversi di gestione'. Infine, per i costi amministrativi, sono stati destinati 55.162 euro. Un totale di oltre 11 milioni di euro.

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