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Global Sumud Flotilla

Musica usata per attaccare le barche: le notti a bordo della Flotilla sulle note degli ABBA e di Bob Marley

Forze esterne alla Globlal Flotilla entrano nelle radio di bordo e bloccano le comunicazione fra le barche trasmettendo musiche degli Abba e di Bob Marley. Lo hanno fatto in concomitanza degli attacchi dei droni dei giorni scorsi, e stanno continuando anche ora con l’obiettivo di genere il panico a bordo delle imbarcazioni.
A cura di Saverio Tommasi
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Gli ABBA sono stati un gruppo musicale pop svedese, un quartetto unitosi nel 1972. E qualche giorno fa hanno fatto da colonna sonora agli attacchi dei droni sulla Global Sumud Flotilla. Poi hanno continuato entrando nelle comunicazioni radio anche in questi giorni, e questa notte provando a creare il panico trasmettendo Bob Marley, in particolare Natural Mystic, abbiamo avuto anche il tempo di riconoscere la canzone.

Voglio raccontarvi bene questa storia, e inizio con un passo indietro: in inglese “to jam” significa “bloccare, schiacciare”. E in telecomunicazioni militari l’espressione “to jam a signal” significa disturbare o bloccare un segnale radio. Esattamente quello che è accaduto poche notti fa, prima dell’attacco dei droni alle barche della Global Sumud Flotilla. È andata così: le comunicazioni radio fra le cinquanta barche e navi sono state sospese da una forza esterna alla Flotilla, con un’operazione di interferenza sui segnali radio – in italiano si usa appunto l’espressione “hanno jammato le comunicazioni radio” per dire che le hanno bloccate – e una volta scomparse quelle i droni hanno attaccato. Cioè hanno prima jammato le comunicazioni, le hanno disturbate trasmettendo una canzone degli ABBA, rendendo dunque impossibile la comunicazione fra le barche, e poi hanno sganciato le “bombe sonore” dai droni, capaci di compromettere anche i cavi d’acciaio.

E in questi giorni, l’ultima volta questa notte mentre stavo facendo il mio turno come secondo al timone, hanno nuovamente usato una musica – questa volta di Bob Marley – per creare il panico a bordo delle barche.

Immaginatevi la scena: è notte come solo in mezzo al mare o in cima a una montagna può esserlo. Nessuna luce artificiale, se non un segnale rosso al lato sinistro, esterno, delle barche; e un segnale verde sul lato destro di ogni barca. Ripeto: in barca, di notte, è buio pesto. Non si cammina in pozzetto se non con delle torce sulla testa, e per nessun motivo è consentito andare a prua senza essere legati. Per chiarire: quelle delle barche sono luci di posizione, per evitare scontri fra i mezzi, ma non illuminano l’ambiente circostante. Qualche volta funzionano per evitare scontri fra barche, e qualche volta no; è come per le auto ma qui bisogna stare più attenti, perché in mezzo al mare non si frena, si può solo rallentare. Per questo è necessario fare il turno di guardia almeno in due persone, sempre.
In tutto questo, in mezzo al buio, solo i rumori delle onde e quelli della radio di bordo. E dalla radio di bordo una musica non richiesta, che nei giorni precedenti aveva annunciato gli attacchi dei droni. Ecco, quando pensate a una possibile nostra risposta alla domanda "come state a bordo della barca?" pensate anche a questo.

Vi aggiungo un quadro tecnico: la portata delle nostre radio a bordo è molto limitata, si parla di circa 5-10 miglia, a seconda dei modelli. Perciò significa che una nave appoggio, probabilmente militare, è nascosta a poche miglia da noi quando manomettono le comunicazioni; con tutta probabilità la stessa nave-piattaforma da cui partono anche i droni che pure ieri sera hanno sorvolato le barche per tutta la notte, compiendo giri prevalentemente perimetrali, con qualche incursione sopra alcune delle barche capofila.
Con i nostri mezzi – non soltanto quelli a bordo della barca TOM – Tutti gli Occhi sul Mediterraneo, dove mi trovo, ma quelli sopra tutte le barche – è impossibile individuare questa nave che fungerebbe da piattaforma di lancio e atterraggio droni, e interferenze radio. Ci risulta impossibile sia perché le nostre barche a vela non hanno radar a bordo, sia perché anche se ce l’avessero probabilmente non servirebbero a niente, perché le navi o piattaforme militari sono schermate rispetto a un normale radar civile di bordo.

Io non ho conosciuto gli ABBA prima di questi giorni, e ho ascoltato Bob Marley soprattutto da adolescente, continuando qualche volta anche ora, che sono cresciuto ormai da un pezzo. Non mi aspettavo di ascoltarlo in questa situazione, e non credo potrà accadere di nuovo che ascolterò questi autori senza qualche brivido addosso. Ma i miei brividi sono irrilevanti, e il focus della Global Sumud Flotilla – e quello qui a bordo della barca del progetto TOM – è soltanto quello di riuscire a fermare il genocidio a Gaza e la necessità di aprire corridoi umanitari sicuri.

E per quanto riguarda il motivo della mia presenza, è presto ripetuto: continuare a raccontare quello che accade per Fanpage.it, dalla prima linea e con una penna interessata all'umanità.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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