Moretti (Pd) a Fanpage: “Mie foto su forum porno, il governo Meloni riconosca che c’è problema sociale”

Alessandra Moretti, eurodeputata del Partito democratico, è stata tra le prime figure politiche a denunciare alle autorità un forum pornografico finito al centro della polemica online e non solo negli ultimi giorni. Si tratta di un sito che raccoglie immagini e video di donne, spesso dai social, e le pubblica dando il via a commenti osceni da parte degli utenti. Dopo la segnalazione dell'influencer Anna Madaro, molte altre donne hanno denunciato l'accaduto. Moretti ha raccontato a Fanpage.it la sua esperienza e ha spiegato come deve rispondere la politica: "Non è una questione ideologica di destra o di sinistra: il governo non può non riconoscere che si tratta di un problema sociale, e che serve un intervento per difendere la dignità e la sicurezza delle donne. Non solo aumentando le pene, ma anche con l'educazione affettiva e sessuale a scuola".
La scoperta delle foto sul forum porno: "Ora denuncio, battaglia per le ragazze più giovani"
"Ero appena atterrata a Bruxelles quando mi hanno chiamata dall'Italia per avvisarmi che c'erano anche delle mie foto su questo sito. Sono stata scioccata, ho pensato al peggio", ha ricordato Moretti. "Erano centinaia o migliaia di immagini, anche con i miei figli, raccolte dal 2014 in avanti da giornali o apparizioni in tv. Spesso zoomate su alcune parti fisiche. E con commenti carichi di violenza e oscenità".
L'europarlamentare ha ribadito che la denuncia "è fondamentale. Stiamo portando avanti una battaglia per aiutare le ragazze che non hanno la mia visibilità, e che magari sono anche molto giovani. Ragazze che sono più esposte, e possono avere difficoltà a denunciare. Ma queste sono forme di violenza". La battaglia, ha aggiunto, "deve essere soprattutto degli uomini, perché la violenza è un problema degli uomini, noi siamo vittime di questa cultura patriarcale". Invece "nell'ultimo periodo sto notando una pericolosa regressione sul terreno della libertà di autodeterminazione delle donne".
Tanto è vero che, online, molti tendono a sminuire casi come questo, o quello del gruppo Facebook Mia moglie. "Chi minimizza è figlio di quella cultura patriarcale che vede la donna come un oggetto da usare, ad uso e abuso da parte degli uomini. Non si possono trattare questi fatti con superficialità. Potrebbero coinvolgere le nostre figlie, le nostre nipoti. È evidente che conseguenze devastanti su un'adolescente. Quante volte abbiamo sentito in passato di ragazze che si sono suicidate per la vergogna legata al revenge porn?".
L'appello al governo Meloni: "È un problema sociale, serve educazione alla sessualità"
Il tema non può restare sulle pagine dei giornali: la politica deve intervenire, ha continuato Moretti. "È un impegno politico trasversale, non c'entra l'ideologia, l'appartenenza a un partito piuttosto che a un altro. È una battaglia per la dignità, l'autodeterminazione e anche la sicurezza delle donne. È evidentemente che oggi non ci possiamo sentire sicure".
Le iniziative concrete non mancano: "Da anni porto avanti una battaglia al Parlamento europeo per introdurre l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole. È un percorso lungo, ma necessario". La destra in Italia finora si è sempre opposta a misure di educazione sessuale. Ma, ha spiegato Moretti, "se noi non aiutiamo i nostri ragazzi a capire come deve essere vissuta la sessualità e l'affettività in maniera sana, attraverso la competenza di esperti che sanno come parlare a bambini e adolescenti, rischiamo che i nostri figli si educhino da soli alla sessualità, attraverso la pornografia. Attraverso siti che istigano allo stupro, alla violenza e alla brutalità".
Finora nessun esponente politico di centrodestra ha commentato il caso Mia moglie né quello del forum emerso in questi giorni. Ma Moretti non ha voluto insistere sulle distanze tra i partiti: "Non è una questione di bandiera. Vittime di queste forme di violenza sono tutte le donne, e magari nei prossimi giorni ne verranno fuori altre che appartengono a schieramenti politici diversi dal mio. In tutti i casi, deve essere una battaglia comune".
Una presa di posizione del governo, però, serve: "Una società che non è in grado di tutelare la sicurezza delle donne è una società malata e ingiusta. Il governo non può non riconoscere che c'è un grande problema, che coinvolge gli uomini di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, di tutte le etnie, compresi i nostri mariti e compagni italiani. Chiudere gli occhi di fronte a questo problema significa limitarsi a incrementare le pene, ma questo non basta". Oggi ci sono "ottime leggi contro la violenza di genere. Ma se aumentiamo le pene senza un'azione culturale, educativa, formativa, è tutto inutile. E questa azione deve passare anche dal governo, che stanzi le risorse necessarie alle scuole per lavorare sull'educazione alla sessualità".
Anche Campagna (Pd) e l'ex deputata Morani denuncia: "Questa è cultura dello stupro"
Anche Valeria Campagna, consigliera comunale a Latina e vicesegretaria del Pd nel Lazio, ha denunciato il forum alla Polizia e in pubblico: "Oggi sono schifata, arrabbiata, delusa. Ma non posso tacere. Perché questa storia non riguarda solo me. Riguarda tutte noi. Riguarda il nostro diritto di essere libere, rispettate, di vivere senza paura". Campagna ha riportato alcuni dei commenti ricevuti: "Dal ‘Che lato B ragazzi mmm' fino a ‘Devo darle un voto di sb**ra', ‘La sfonderei subito' e altri che preferisco non scrivere".
La consigliera ha aggiunto: "Alcuni commenti parlano del mio corpo dal vivo. Significa che sono persone che mi conoscono, della mia stessa città, che si sentono autorizzati a parlare di me come fossi roba loro". Questa, ha concluso, è "cultura dello stupro. Becera, vomitevole, inaccettabile. Una cultura che legittima e giustifica la violenza, che ridicolizza chi denuncia, che colpevolizza le vittime invece di chi agisce. Figlia di una cultura patriarcale che normalizza l’idea che il corpo delle donne sia da possedere".
Alessia Morani, ex deputata del Pd oggi candidata come consigliera regionale nelle Marche, si è aggiunta all'elenco delle politiche coinvolte annunciando che denuncerà il sito: "I commenti sono francamente inaccettabili e osceni e ledono la mia dignità di donna. Non sono purtroppo la sola e dobbiamo tutte denunciare", ha scritto sui social. "Sono molto scossa per l’accaduto ma credo che sia necessario reagire tutte insieme. Questi siti vanno chiusi e banditi.
Adesso basta!".