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Migranti, tribunale di Bologna dà torto a Salvini: “Richiedente asilo può iscriversi all’anagrafe”

Tribunale di Bologna dà torto a Matteo Salvini e dichiara inammissibile il ricorso del Viminale. Il ministro infuriato con i giudici: “Sentenza a favore degli immigrati, nonostante il ricorso del mio ministero: il prossimo governo dovrà fare una vera Riforma della Giustizia, non viviamo in una ‘repubblica giudiziaria’.
A cura di Annalisa Cangemi
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Crolla uno dei capisaldi del Decreto Sicurezza di Salvini. Il tribunale di Bologna ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dal Viminale contro la decisione degli stessi giudici che a maggio avevano affermato il diritto del richiedente asilo all‘iscrizione anagrafica, accogliendo l'istanza presentata da due migranti, a cui il Comune aveva negato la residenza. Il ministero degli Interni aveva lamentato di non essere stato coinvolto nella causa ritenendo di essere parte necessaria. Il tribunale ha chiarito, invece, che il sindaco quando agisce anche in qualità di ufficiale di governo è comunque autonomo perché non è gerarchicamente subordinato al ministero.

La decisione riguarda appunto i due richiedenti asilo ai quali, lo scorso marzo, il Comune di Bologna negò, in base al decreto Sicurezza voluto da Salvini, la residenza. La loro istanza venne accolta dal tribunale. Il Comune, in aperta polemica con il Viminale, decise di non fare ricorso. Lo fece, invece, lo stesso Viminale, ma il tribunale oggi ha confermato la propria decisione.

Esultano i legali Antonio Mumolo e Paola Pizzi dell'associazione ‘Avvocato di strada': "È una vittoria del diritto in tempi bui per la nostra democrazia". Il collegio, fa sapere l'associazione, "ha ritenuto inammissibile il reclamo del ministero dell'Interno contro l'ordinanza che aveva imposto al Comune di Bologna di iscrivere all'anagrafe una richiedente asilo, difesa dagli avvocati Antonio Mumolo e Paola Pizzi dell'associazione Avvocato di strada. Il ministero dell'Interno riteneva di essere legittimato a proporre reclamo in quanto litisconsorte necessario. Sosteneva inoltre di potersi sostituire al sindaco di Bologna, che aveva deciso di non proporre reclamo ed aveva invece già iscritto all'anagrafe la signora richiedente asilo". Ma il collegio, come sottolinea l'associazione, "ha invece stabilito che il ministero dell'Interno non è litisconsorte necessario e non può proporre reclamo non essendosi presentato nella prima fase del giudizio. Inoltre, il Viminale non ha il potere di sostituirsi al sindaco, se il sindaco decide di accettare la decisione del tribunale".

Dunque, "ancora una volta un tribunale afferma che anche il ministero dell'Interno è soggetto alla legge". La donna richiedente asilo al centro dello scontro è una donna ospite in una struttura di accoglienza scappata dal suo Paese perché si sentiva perseguitata a seguito della sparizione del marito e del figlio. L'altro richiedente asilo, invece, era seguito dall'avvocato Nazzarena Zorzella di Asgi. Lo scorso febbraio chiesero l'iscrizione anagrafica, ma un mese dopo l'ufficiale di anagrafe del Comune dichiarò "irricevibile" la domanda sulla base del decreto Salvini. I due richiedenti asilo, insieme con i loro rappresentanti Avvocato di strada e Asgi, presentarono istanza.

"È una vittoria del diritto e una valorizzazione del ruolo del sindaco, autorità locale perciò più vicina alla comunità" ha dichiara l'Asgi che sottolinea inoltre che la decisione del tribunale ribadisce che il richiedente asilo non può essere trattato diversamente dagli altri cittadini italiani e stranieri.

Salvini infuriato con i giudici

Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha commentato la decisione del tribunale di Bologna su Facebook: "Dai giudici di Bologna altra sentenza a favore degli immigrati, nonostante il ricorso del mio ministero: il prossimo governo dovrà fare una vera Riforma della Giustizia, non viviamo in una ‘repubblica giudiziaria'"

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