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Migranti, ricomincia la guerra alle Ong: Piantedosi dice che si possono vietare gli sbarchi in Italia

Il neoministro dell’Interno Matteo Piantedosi dice che si possono vietare gli sbarchi in Italia se le navi umanitarie che soccorrono i migranti sono battenti bandiera straniera. Intanto, ci sono centinaia di persone alla deriva nel Mediterraneo.
A cura di Annalisa Girardi
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"Se i migranti sono su navi straniere si può vietare lo sbarco in Italia". Lo ha detto il nuovo ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, mentre alla deriva nel Mediterraneo ci sono migliaia di naufraghi che aspettano un porto sicuro. Qualche centinaio è a bordo di due navi umanitarie, la Ocean Viking e la Humanity 1, battenti rispettivamente bandiera norvegese e tedesca. Ma la piattaforma Alarm Phone segnala che sono oltre un migliaio le persone in difficoltà nella zona Sar (Search and Rescue) tra Malta e Italia. Ma per Piantedosi "le due Ong tra Libia e Malta sono fuorilegge", ragion per cui "valuterò se introdurre un divieto", ha detto in un'intervista con La Stampa.

Questo perché, continua il neoministro, "le operazioni di soccorso sono state svolte in modo sistematico in area Sar di Libia e Malta, informate solo a operazioni avvenute". Intanto la Farnesina avrebbe già preso contatti con il governo tedesco e norvegese. "Non intendo abbandonarmi alla rassegnazione. Ho voluto battere un colpo per riaffermare un principio: la responsabilità degli Stati di bandiera di una nave. Questo principio vale solo per l'Italia e non per Germania e Norvegia?". E ancora, ricordando l'esperienza da prefetto a Roma: "Fin quando quei poverini sono sulle navi, tutti si commuovono. Appena a terra, guardano tutti da un'altra parte. Chi parla di integrazione, di ruolo dei Comuni e dello Stato, non sa di che parla. Come? Chi? Con quali soldi? Ho visto a Roma gente che era sbarcata 2-3-4 anni fa, ha fatto richiesta di asilo, e adesso sta gettata in strada senza speranza".

Immigrazione, il piano del nuovo governo

Insomma, il messaggio che Piantedosi manda dal Viminale è chiaro. È ricominciata la stretta del ministero dell'Interno contro le Ong nel Mediterraneo, aprendo potenzialmente nuovamente a stalli in mare (non che questi si fossero completamente arrestati con Luciana Lamorgese) in cui le navi umanitarie si trovano bloccate a largo per giorni e giorni dopo aver soccorso i migranti che cercavano di attraversare il Mediterraneo. Da parte sua Giorgia Meloni, nel discorso con cui ha chiesto la fiducia in Parlamento, è tornata a parlare di blocco navale e missione europea:

La nostra intenzione è sempre la stessa, ma, se non volete che si parli di blocco navale, lo dico così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell'Unione europea, che nella terza fase, prevista e mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal Nordafrica. Intendiamo proporlo in sede europea, attuarlo in accordo con le autorità del Nordafrica, accompagnato dalla creazione sui territori africani di hotspot, gestiti da organizzazioni internazionali, dove poter vagliare le richieste di asilo e distinguere chi ha diritto a essere accolto in Europa da chi quel diritto non ce l'ha, perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto di asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni.

Tutto quello che noi vogliamo fare in rapporto al tema dell'immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti.

Migliaia di persone alla deriva nel Mediterraneo

Intanto, nel momento in cui si scrive, ci sono centinaia e centinaia di persone alla deriva nel Mediterraneo. L'ultimo salvataggio è avvenuto nella notte: la nave umanitaria Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee, ha soccorso un'imbarcazione a 36 miglia da Lampedusain mare da molte ore con a bordo 56 persone, tra cui 27 minori. Il numero totale di naufraghi a bordo è quindi salito a 202. Invece, sulla Humanity 1, altra nave umanitaria che si trova nel Mediterraneo centrale, le persone a bordo sono 180.

E Alarm Phone nel frattempo segnala la presenza di 1.300 migranti nella zona Sar tra Malta e l'Italia in condizioni decisamente precarie. Già ieri la piattaforma che offre assistenza telefonica ai migranti in difficoltà in mare, aveva lanciato l'allarme per due barconi sovraccarichi. "Hanno riferito che 12 persone sono morte o sono incoscienti e molte soffrono di disidratazione. Entrambe le barche potrebbero affondare in qualsiasi momento. Hanno paura di annegare", aveva avvertito la Ong, spiegando di aver allertato le autorità, ma che non fosse partita alcuna operazione di salvataggio.

La manifestazione contro il Memorandum Italia-Libia

Oggi è anche la giornata della manifestazione a Roma contro il Memorandum Italia-Libia che, in assenza di interventi da parte delle autorità, sarà automaticamente rinnovato per tre anni il prossimo 2 novembre. Scenderanno in piazza oltre 40 organizzazioni e associazioni. Non mancherà la politica: "Saremo convintamente in piazza Esquilino a Roma per ribadire la nostra contrarietà al rinnovo del memorandum Italia-Libia. Ci uniremo alle oltre 40 organizzazioni, associazioni e Ong del nostro Paese che vogliono mettere la parola fine a una delle pagine più buie della nostra storia, che quotidianamente si arricchisce di nuove drammatiche pagine",  hanno scritto in una nota i deputati di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli, Luana Zanella e Filiberto Zaratti. "Insieme ai Verdi Europei, ci siamo fatti promotori di una petizione affinché l'Europa smetta di finanziare i respingimenti alle frontiere, perché chiunque fugga da guerre o persecuzioni ha il diritto di chiedere asilo nell'Unione europea. All'alba di un nuovo governo che ha messo già in chiaro i suoi piani di respingimento faremo sentire la nostra voce ancora più forte e decisa", hanno concluso.

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