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Migranti, in Italia 70% di arrivi in meno negli ultimi 5 mesi. Minniti: “Numeri incoraggianti”

Negli ultimi cinque mesi si è registrato una calo del flusso di migranti del 70%. Secondo Minniti: “L’obiettivo è governare i flussi, perché gli arrivi incontrollati rendono difficilissimo gestire i progetti d’accoglienza”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Negli ultimi cinque mesi il flusso di migranti sarebbe calato del 70%: nel 2017 si registra il 34% di arrivi di migranti in meno rispetto al 2016. Lo ha detto il ministro Minniti che ha parlato di "numeri incoraggianti". Il ministro degli Interno ha detto che "L'obiettivo è governare i flussi, perché gli arrivi incontrollati rendono difficilissimo gestire i progetti d'accoglienza". E ha ricordato l'accordo siglato ieri a Napoli con 265 sindaci campani per l'accoglienza diffusa: "Se ogni comunità ha un numero piccolo di migranti – ha osservato – si tiene insieme il principio di chi è accolto e di chi accoglie. Numeri piccoli e diffusi creano la possibilità di non avere muri di diffidenza e permettono vere politiche di integrazione che, a loro volta, portano a politiche di sicurezza. Si pensi a come abbiamo scoperto l'esistenza del quartiere Molenbeek in Belgio: quello è un campanello d'allarme". Non cerca un consenso immediato Minnti, perché il tema è complesso.

Ieri, in occasione della Giornata internazionale dei migranti, l'Onu ha diffuso nuove cifre sull'immigrazione nel Mondo. Sempre più persone, secondo questi dati, si sono spostate negli ultimi 20 anni dal proprio Paese d'origine: i migranti sarebbero 258 milioni, con un aumento del 49 per cento rispetto al 2000, quando erano 173 milioni. Un incremento si è avuto anche in Italia: nel nostro Paese i migranti erano 2,1 milioni nel 2000, e oggi sono 5,9 milioni gli stranieri che risiedono da noi.

Nel rapporto si evidenzia che più del  60 per cento di tutti i migranti internazionali vive in Asia (80 milioni) ed Europa (78 milioni). Nel Nord America se ne contano 58 milioni, in Africa 25.  Due terzi dei 258 milioni di migranti nel 2017 erano distribuiti in appena venti Paesi: il numero più elevato (50 milioni) si trova negli Usa, poi Arabia Saudita, Germania e Russia ne ospitano ciascuno attorno ai dodici milioni. Segue la Gran Bretagna con 9 milioni.

Per quanto riguarda invece il numero di rifugiati e richiedenti asilo, a livello globale, si calcola che nel 2016 erano poco meno di 26 milioni di persone. "Nel settembre 2016 – si legge nel rapporto Onu – tutti i 193 stati membri delle Nazioni Unite, compresi gli Stati Uniti sotto il presidente Barack Obama, hanno adottato la Dichiarazione di New York per rifugiati e migranti, nella quale si afferma che nessun Paese può gestire da solo la migrazione internazionale. Gli Stati hanno accettato di attuare politiche migratorie concordate e si sono impegnate a condividere più equamente l'onere di ospitare i rifugiati, hanno anche accettato di proteggere i diritti umani dei migranti e di contrastare la xenofobia e l'intolleranza verso i migranti. Hanno inoltre concordato di avviare un processo che portasse all'adozione di un patto globale nel 2018".

La rotta più battuta dai migranti è invece quella che va dal Messico agli Stati Uniti (12,7 milioni di persone nel 201, erano 9,4 nel 2000), seguita a distanza da quella che va dall'India all'Arabia Saudita (3,3 milioni, erano 700mila). Tra le prime 15 rotte mondiali preferite dai migranti nessuna ha come destinazione un Paese europeo.

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