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Matteo Messina Denaro

Messina Denaro, Delmastro (Fdi) a Fanpage: “Governo non priverà mai le procure delle intercettazioni”

Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha ribadito che il governo non intende privare la magistratura dello strumento delle intercettazioni. E torna sull’arresto di Matteo Messina Denaro: “Siamo qua per celebrare lo Stato trionfante contro una mafia schiacciata”, ha detto a Fanpage.it.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ai microfoni di Fanpage.it Andrea Delmastro, sottosegretario Fdi alla Giustizia, torna sull'arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, latitante da 30 anni, per il quale il ministro Nordio ha appena firmato il decreto per il il 41bis.

"Oggi siamo qua per celebrare lo Stato trionfante contro una mafia schiacciata. Un uomo (Matteo Messina Denaro, ndr) che ha vissuto nascosto, da topo, latitante e che alla fine è stato preso, a dimostrazione che lo Stato è sempre più forte della criminalità", ha commentato il membro del governo. Oggi il ministro Nordio ha rivendicato l'arresto come un successo dell'esecutivo Meloni, è ha denunciato "sibili di rancore", da parte di chi "non si rassegna al fatto che questa grandissima operazione sia stata operata da un governo di centrodestra. Dopo aver lamentato una inerzia di questo governo nei confronti della lotta alla mafia arriva un successo straordinario".

"Il successo di questo governo è che Giorgia Meloni come primo provvedimento ha mantenuto l'ergastolo ostativo, che verrà applicato Matteo Messina Denaro", ha detto Delmastro a Fanpage.it

Un elemento decisivo sono state le intercettazioni: "Senza intercettazioni non si possono fare indagini di mafia", ha detto ieri il capo della Procura della Repubblica di Palermo, Maurizio De Lucia. Per Andrea Delmastro "le intercettazioni come mezzo di ricerca della prova per sgominare la criminalità organizzata e reati associativi gravissimi sono fuori da ogni discussione, sono uno strumento essenziale che certamente il governo Meloni garantirà a tutte le procure d'Italia. Altro è l'abuso delle stesse, e quel cortocircuito mediatico fra intercettazioni e processi sommari sui giornali che molto spesso trovano archiviazioni". Delmastro ha ribadito dunque che con il governo Meloni "non verrà deprivata la magistratura dello strumento delle intercettazioni".

Il ministro Nordio – che pure questa mattina ha assicurato che le intercettazioni "sono uno strumento indispensabile per il terrorismo e la mafia", e che "ciò che va cambiato radicalmente è l'abuso che se ne fa per i reati minori con conseguente diffusione sulla stampa di segreti individuali e intimi che non hanno niente a che fare con le indagini" -  in passato ha detto che è ingenuo credere che i mafiosi "parlino al telefono". Un concetto che aveva ribadito anche in tv, su La7: "Crediamo veramente che la mafia parli per telefono? Un mafioso vero non parla né al telefono, né al cellulare perché sa che c’è il trojan, né in aperta campagna perché ci sono i direzionali".

"Anch'io penso che non parlino per telefono, se lo facessero verrebbero intercettati in Italia e consegnato alle autorità giudiziarie, per altro, grazie al governo Meloni, con l'applicazione del 41bis", ha affermato Delmastro.

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