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Meloni: “Per l’Ucraina facciamo tutto il possibile, la lettera di Orban a Putin? Non la condivido”

Al termine del Consiglio europeo, Giorgia Meloni fa il punto sul vertice con i giornalisti parlando del sostegno all’Ucraina e affermando di non condividere la lettera mandata da Viktor Orban a Vladimir Putin dopo la sua rielezione.
A cura di Annalisa Girardi
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Giorgia Meloni fa il punto sul Consiglio europeo al termine del vertice, commentando anche alcune ricostruzioni uscite sui giornali nelle ultime ore, secondo cui i leader europei si starebbero preparando a scenari di guerra. Non è così, dice la presidente del Consiglio, spiegando che sono stati male interpretati alcuni passaggi della bozza di conclusioni. Per poi parlare della situazione in Ucraina e di tutti gli altri temi all'ordine del giorno.

"Molta soddisfazione da parte italiana per lo svolgimento di questo Consiglio europeo, partendo dal tema che noi avevamo chiesto venisse inserito in agenda, cioè quello dell'agricoltura. Siamo partiti con un testo di conclusioni con riferimento a misure concrete, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione della politica agricola comune, il sostegno alle filiere e il contrasto alla concorrenza sleale. Anche sulla migrazione il testo delle conclusioni è soddisfacente. Portiamo avanti concretamente la lotta all'immigrazione illegale e ai trafficanti. Il Consiglio ha inoltre salutato positivamente l'iniziativa che ci ha visti protagonisti in Egitto la scorsa settimana. Nel testo è presente un riferimento all'alleanza globale contro i trafficanti e spinge la Commissione a lavorare sulla dimensione esterna", ha iniziato Meloni.

Che sulla guerra in Ucraina invece ha detto: "Abbiamo confermato il sostegno all'Ucraina, con un importante e delicato accordo di ulteriori cinque miliardi. Finalmente abbiamo anche delle conclusioni europee in tema di Medio Oriente, che sono state oggetto di un duro lavoro. Rimane aperto il nodo delle risorse: io sono d'accordo con la Commissione sul rafforzamento dell'industria della Difesa, ma bisogna fare i conti con le risorse a disposizione. La proposta di allargare il mandato della Bei trova molto consenso, è un passo avanti. Secondo me si può fare qualche passo ulteriore ma il dibattito è in divenire".

Su alcune ricostruzioni giornalistiche, che parlavano di preparare l'Europa a scenari bellici, la leader di Fratelli d'Italia ha precisato che non è così. E che ci sarebbe stato un malinteso rispetto ad un passaggio della bozza di conclusioni: "Si è fatta un po' di confusione. Nelle conclusioni non si parlava di preparare i cittadini perché siamo in guerra, ma era un riferimento alle crisi in rapporto al tema della protezione civile. Nella dinamica europea ci sono delle eccellenze, è stato inserito un riferimento al tema delle specificità nazionali. Secondo è stato interpretato come un ‘prepariamoci alla guerra' qualcosa che in realtà dice che dobbiamo essere più preparati nel coordinamento ad affrontare le crisi. Per crisi noi intendiamo diverse cose, per questo si fa riferimento alla protezione civile. C'è un riferimento militare perché in alcune Nazioni la protezione civile è in realtà militare. Secondo me è stato male interpretato questo aspetto perché nella prima bozza era inserito nel capitolo sulla sicurezza, ma poi è stato messo a parte".

Anche sul clima tra i leader, sempre secondo Meloni, la stampa non avrebbe raccontato le cose come stanno: "Nel Consiglio c'era un clima sereno, anche se alcuni temi sono obiettivamente complessi. Sull'Ucraina continuiamo a fare tutto il possibile e il Consiglio europeo le risposte le dà. Siamo convinti di quello che facciamo per costruire la pace e difendere il rispetto delle regole. Chiaramente non è una situazione facile e capisco le difficoltà, però davvero ce la stiamo mettendo tutta". E ancora:  "Il clima che ho letto su alcuni organi di stampa non è il clima che ho visto. Dopodiché siamo in un conflitto, non si affrontano queste questioni con leggerezza, non chiedendosi quale sarà il passo successivo o non ponendosi il tema dell'approccio di lungo termine. Non è una stagione che si affronta a cuor leggero".

Meloni ha anche risposto ai giornalisti che le chiedevano conto della lettere di congratulazioni spedita dal premier ungherese Viktor Orban al presidente russo Vladimir Putin dopo la sua rielezione e della possibilità che il suo partito rientri in ECR dopo le europee: "Non è un dibattito all'ordine del giorno. In ogni caso io la lettera non la condivido. Quegli auguri non li condivido. Conoscete la mia posizione su questa materia".

Sulla possibilità di un secondo mandato alla presidenza della Commissione europea da parte di Ursula von der Leyen, Meloni ha detto: "Il tema che mi appassiona non è chi sarà il presidente della Commissione europea ma è per fare cosa. Ursula von der Leyen o chiunque altro…quale è l'Europa che si vuole realizzare? Penso che l'Europa di domani debba essere molto diversa da quella di oggi in tema di rapporto con la propria capacità di incidere sulla competitività e con un approccio molto meno ideologico. Oggi ce ne stiamo rendendo conto e vediamo un'Europa che piano piano torna indietro su tutte le battaglie fatte in questi anni. Sulla capacità di conciliare la sostenibilità ecologica con quella economica e sociale. Oggi purtroppo quando arrivano gli choc è finito il tempo dell'ideologia e devi correre ai ripari".

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