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Meloni chiede di separare il prezzo del gas dall’elettricità: in Europa i suoi deputati votano contro

Giorgia Meloni ha più volte sottolineato in campagna elettorale la necessità di arrivare velocemente a separare i prezzi di gas ed elettricità, per contenere il caro energia. Alla prova del voto, però, i deputati al parlamento europeo della probabile futura premier si sono espressi in modo esattamente opposto.
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A cura di Marco Billeci
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Per settimane, durante la campagna elettorale, Giorgia Meloni ha spiegato come la misura più urgente da prendere, per contrastare il caro energia sia il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell'elettricità. Un intervento tanto necessario, per la premier in pectore, da ipotizzare di portarlo avanti a livello nazionale, una volta arrivata al governo, se l'Unione europea non si fosse mossa in tempi rapidi. Il messaggio della Meloni però non deve essere arrivato chiaro ai suoi deputati al parlamento europeo, anzi non deve essere arrivato affatto. A Strasburgo, infatti, il gruppo di Fratelli d'Italia si è espresso compattamente in modo opposto, a quello auspicato in Italia dalla loro leader.

Breve riepilogo. Da più parti, dopo l'esplosione nei mesi scorsi del prezzo del gas, si è sollevato il problema della formazione del prezzo dell'energia elettrica nel mercato europeo. Con le regole attuali, il prezzo dell'elettricità prodotta da gas è usato come punto di riferimento, a cui allineare il costo dell'elettricità prodotta da tutte le altri fonti energetiche. Il meccanismo era stato pensato in una situazione in cui il costo del gas era molto più basso di quello attuale,  per incentivare gli investimenti nelle rinnovabili. L'esplosione del prezzo del metano però ha trascinato ora verso l'alto tutto il mercato dell'elettricità.

Da settimane, dunque, la Commissione europea studia l'ipotesi di separare (disaccoppiare, appunto, in gergo tecnico) il prezzo del gas e quello dell'elettricità, generata da altre fonti, in modo da abbassare i costi per i cittadini. La riflessione dell'esecutivo Ue non ha però ancora prodotto azioni concrete, un ritardo che  sta provocando non poche irritazioni. Per questo motivo, mercoledì 5 ottobre, nel corso della seduta plenaria del parlamento europeo, il gruppo dei Socialisti ha proposto un emendamento al rapporto dell'assemblea comunitaria sul tema energia, per sollecitare la Commissione a procedere con il disaccoppiamento.

L'emendamento è stato respinto. A sostenere la proposta sono stati, oltre ai socialisti, solo i parlamentari della Sinistra e quelli di Identità e Democrazia (lo schieramento della destra più estrema di cui fa parte la Lega). Contro si è espresso quasi in toto il raggruppamento dei Conservatori, compresi appunto gli eurodeputati di Fratelli d'Italia. Con loro anche i Popolari, tra cui gli esponenti di Forza Italia, e i gruppi di Verdi e Liberali.

"Avevamo chiesto che la Commissione agisse subito con una proposta per disaccoppiare i prezzi dell'elettricità da quello del gas, con urgenza", hanno spiegato dopo il voto gli eurparlamentari del Pd Patrizia Toia e Brando Benifei. "Il nostro emendamento però è stato bocciato per soli 17 voti – hanno proseguito i due deputati -. Dopo tante parole in campagna elettorale, evidentemente la destra italiana non ha ravvisato la stessa urgenza. Lo vadano adesso a spiegare a famiglie ed e imprese in difficoltà".

Critico con la scelta di Fratelli d'Italia anche il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Si definiscono patrioti, ma qual è la loro patria? Lavoratori e imprese in difficoltà o le grandi compagnie energetiche? Evidentemente è subito chiaro da che parte stanno e cosa ci aspetta", ha detto Fratoianni. A rincarare la dose, sono stati poi i portavoce italiani di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, neoeletti alla Camera.

I due hanno allargato la critica a un altro emendamento su cui i parlamentari di Meloni si sono espressi contro, che riguardava la tassazione dei così detti extraprofitti.  "I Verdi hanno chiesto non solo di aumentare la tassa sugli extraprofitti delle compagnie Oil&Gas, ma anche di estenderla ad altri settori che stanno iniquamente beneficiando da questa situazione drammatica", hanno sottolineato Bonelli ed Evi.

Poi l'attacco a Fratelli d'Italia: "Che Giorgia Meloni e il suo gruppo abbiano votato contro questa misura di civiltà esemplifica la linea, che la stessa terrà in patria". Conclusione degli esponenti dei Verdi: "Proprio Meloni che ha dichiarato di essere intenzionata a sostenere ogni azione volta a contrastare fenomeni speculativi sul costo dell’energia, non osa toccare le grandi imprese energetiche penalizzando di chi non arriva a fine mese".

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