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“Meglio le elezioni adesso che ricatti continui dai Cinque Stelle”, dice Matteo Renzi

“Se i Cinque Stelle hanno qualcosa dire, lo dicano, altrimenti smettano con questa tarantella indecorosa. Meglio le elezioni che continui ricatti”, dice Matteo Renzi commentando le ultime tensioni nella maggioranza.
A cura di Annalisa Girardi
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"Meglio le elezioni che un ricatto continuo, meglio un chiarimento vero che tutto questo indecoroso balletto. Se non ci sono le condizioni e si deve andare a elezioni si vada a elezioni": lo dice Matteo Renzi commentando le ultime tensioni nella maggioranza, dopo che il Movimento Cinque Stelle ha deciso di non votare il decreto Aiuti alla Camera, spingendo il presidente del Consiglio Mario Draghi a salire al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiarire le prospettive future del governo. "Tutto, ma non questo clima di sfilacciamento dove la gente vede i problemi in busta paga, nella bolletta e pensa che la politica stia parlando di Conte, cioè di un clown triste a fine show. Se i Cinque Stelle hanno qualcosa dire, lo dicano, altrimenti smettano con questa tarantella indecorosa", aggiunge il leader di Italia Viva.

"È chiaro che se non c'è più il M5s per me si può andare avanti anche senza, ma bisogna vedere se ci sono la volontà e i numeri e su che cosa", aveva già commentato nelle scorse ore l'ex presidente del Consiglio. Anche Silvio Berlusconi, appresa la notizia della volontà dei Cinque Stelle di uscire dall'Aula per non partecipare al voto sul decreto Aiuti, aveva chiesto una verifica della maggioranza. I numeri, volendo, ci sono: con la scissione di Luigi Di Maio, infatti, le fila dei Cinque Stelle si sono ulteriormente ridimensionate in Parlamento e l'esecutivo potrebbe restare in piedi anche senza i voti del Movimento.

Il Partito democratico, da parte sua, cerca di allontanare lo spettro della crisi. Dal Nazareno si chiede responsabilità a tutte le forze politiche e si chiede di concentrarsi sull'agenda sociale in un momento così delicato per il Paese. Proprio l'incontro previsto per domani tra governo e sindacati potrebbe infatti essere l'occasione per fornire quelle risposte concrete che Conte chiedeva, dal salario minimo al taglio del cuneo fiscale. Potrebbe essere quel tavolo il cambio di rotta che i Cinque Stelle pretendono.

Intanto c'è un clima di vigile attesa mentre si aspetta il voto in Senato, dove i parlamentari M5s non potranno replicare lo schema della Camera (cioè votare a favore della fiducia, ma non esprimersi sul provvedimento). E nel frattempo, in questi giorni, si lavora per scongiurare la crisi di governo.

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