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Il Movimento 5 Stelle non vota il decreto Aiuti: il testo passa lo stesso e approda in Senato

I deputati M5s hanno deciso di uscire dall’Aula e di non votare il decreto Aiuti, dopo aver comunque confermato la fiducia al governo. Il testo è passato lo stesso e approda ora in Senato. Le tensioni in maggioranza continuano ad essere alle stelle.
A cura di Annalisa Girardi
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Lo avevano fatto capire nelle ultime ore che non avrebbero votato il decreto Aiuti. Troppi i punti di contrasto, dalla questione del termovalorizzatore di Roma, alle misure cavallo di battaglia del Superbonus e del reddito di cittadinanza. Il Movimento Cinque Stelle, dopo aver confermato la fiducia all'esecutivo, ha deciso di non partecipare alla votazione sul decreto Aiuti alla Camera e i deputati sono usciti dall'Aula: anche senza i voti pentastellati però, il provvedimento è passato lo stesso e sarà trasmesso al Senato, dove deve essere convertito in legge entro la settimana.

I voti a favore sono stati 266, quelli contrari 47. Ma, appunto, i Cinque Stelle hanno abbandonato l'Aula al momento del voto. "Il nostro sostegno al governo è stato esplicitato con il voto di fiducia e la scelta di oggi è dettata da questioni puntuali, di metodo e merito, in coerenza con quanto già fatto in Consiglio dei ministri" e, "pur rilevando l'utilità di parte delle misure, annuncio che il gruppo non parteciperà alla votazione finale del provvedimento", aveva detto nelle dichiarazioni di voto il capogruppo M5s alla Camera Davide Crippa, puntando il dito contro i mancati interventi verso quelli che il Movimento (come già detto dallo stesso Giuseppe Conte a Mario Draghi) considera temi centrali e imprescindibili.

Ora la preoccupazione riguarda ciò che potrebbe accadere in Senato, dove i Cinque Stelle non potranno più spacchettare il voto come fatto oggi. E c'è chi tema che la maggioranza finirà per spaccarsi. Intanto non sono mancati gli attacchi al Movimento per questa decisione. "Assurdo voltare le spalle agli italiani, non votando un provvedimento importante come il dl Aiuti che stanzia decine di miliardi contro il caro bollette e il caro energia. Davanti a provvedimenti che contrastano un'emergenza nazionale servirebbe compattezza da parte di tutte le forze politiche, ma c’è chi ancora una volta pensa solo ai sondaggi e si nasconde dietro a egoismi di partito. Così si porta il Paese a sbattere", hanno commentato in una nota Iolanda Di Stasio e Primo Di Nicola, capigruppo di Insieme per il Futuro, il gruppo fondato da Luigi Di Maio dopo la scissione.

Le critiche sono arrivate non solo dagli ex compagni di partito. "La scelta politica del M5s è grave. Indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati. Considerazione che vale per Conte ma anche per Salvini e per chiunque altro metta in discussione l'esecutivo Draghi", ha detto il senatore del Partito democratico Andrea Marcucci.

Forza Italia chiede addirittura una verifica della maggioranza. "Oggi il Movimento 5Stelle, dopo un logorìo politico prossimo all’ accanimento, ha deciso di disconoscere un provvedimento fondamentale per il Paese, come il Dl Aiuti, e si appresta a non votarlo alla Camera dei deputati dopo aver dato la fiducia al governo. Si tratta di un atto di schizofrenia politica e soprattutto di un vulnus grave che rende palese un deficit di responsabilità e serietà. I 5Stelle hanno deciso di giocare sulla pelle dell’Italia nell’illusione di ricavarne un dividendo di consensi. È inaccettabile", ha dichiarato Silvio Berlusconi in una nota. Per poi aggiungere: "Chiediamo al Presidente Mario Draghi di sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria e di prendere atto della situazione che si è creata. Così come siamo stati responsabili nel far nascere il governo Draghi, altrettanto lo saremo nell’ultimo scorcio di legislatura. Ecco perché chiediamo che ci sia una verifica della maggioranza al fine di comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo"

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