Mauro avvisa: “Basta tagli alla Difesa”. E servono altri 300 milioni per le missioni
Dopo le polemiche per la controversa gestione della questione dell'acquisto dei cacciabombardieri F-35, torna a parlare delle spese della Difesa il ministro Mario Mauro. Per farlo sceglie le pagine dell'edizione domenicale de La Stampa, alle quali affida la sua analisi sullo stato "economico" del comparto della Difesa, rivelando: "Come rileva l'istituto Sipri di Stoccolma, punto di riferimento nel settore c'è in Europa una contrazione costante dei bilanci della Difesa. In Germania, Francia e Gran Bretagna i bilanci si sono ridotti dell'1-3% in dieci anni". Il problema, secondo il ministro, è che in Italia si è agito solo con tagli lineari, sforbiciando il budget del 19% e lasciando intatti gli sprechi: "Spendiamo molto e male. Faccio un esempio: siccome miriamo tutti agli stessi obiettivi e agli stessi tagli, è praticamente scomparsa nel contesto europeo la capacità portaerei. E bisogna necessariamente recuperare efficienza, garantendo il rinnovo degli strumenti per restare al passo con i tempi".
Un passaggio cruciale, questo, perché testimonia la volontà di non "dismettere" il settore, ma anzi di ammodernarlo, anche se ciò dovesse comportare ulteriori costi. Certo, il ministro ricorda che, in base agli accordi con il ministero dell'Economia, "faremo a meno di 43 mila unità, chiudendo un terzo delle nostre infrastrutture", ma "indirizzeremo gli investimenti nell'addestramento e nei nuovi sistemi d'arma che devono sostituire sistemi vecchi o addirittura obsoleti che rasentano la pericolosità". Intanto però, come ammette lo stesso Mauro, "dobbiamo finanziare solo l'ultimo trimestre del 2013 per le missioni militari, ci servono all'incirca 300 milioni". E il dibattito in Parlamento si annuncia infuocato.
