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Matteo Salvini finge di non ricordare la condanna per il coro razzista contro i napoletani

Il leader della Lega ha commentato così l’esistenza di una condanna per la violazione della legge Mancino, risalente a un episodio del 2009: “Il decreto di condanna penale per razzismo al processo di Torino? Ho calcolato 12 inchieste e processi aperti a mio carico, dal vilipendio all’abuso d’ufficio fino all’istigazione all’odio e al sequestro di persona, poi non ricordo ancora altro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Il decreto di condanna penale per razzismo al processo di Torino? Ho calcolato 12 inchieste e processi aperti a mio carico, dal vilipendio all'abuso d'ufficio fino all'istigazione all'odio e al sequestro di persona, poi non ricordo ancora altro. Se pensano di fermarmi attraverso i tribunali, hanno sbagliato a capire". Matteo Salvini ha risposto così alla notizia della condanna per razzismo per il video del 2009 alla festa di Pontida: nel video, girato con un cellulare si vede l'ex ministro, che allora era era capogruppo al Comune di Milano dell'allora Lega Nord e deputato da poco eletto al Parlamento europeo, intonare un coro contro i napoletani.

"Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani…", cantava Salvini all'evento del Carroccio, cicondato da fan e fedelissimi. Quella performance gli è valsa un decreto penale, una pena pecuniaria di 5.700 euro per aver violato la legge Mancino, che punisce "chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". Due cittadini napoletani, che si sono sentiti giustamente offesi da video, hanno sporto una querela, per cui Salvini è finito nel registro degli indagati per i reati di diffamazione e violazione della suddetta legge Mancino.

Il decreto penale è un procedimento speciale che permette di saltare sia l'udienza preliminare sia il dibattimento. Viene disposto dal giudice, su richiesta del pubblico ministero, quando quest'ultimo ritenga che possa essere applicata esclusivamente una pena pecuniaria anche se in sostituzione di pena detentiva, in assenza delle condizioni per applicare in aggiunta una misura di sicurezza.

Il decreto, disposto da un giudice di Bergamo, è stato trovato negli atti del processo di Torino in cui Matteo Salvini deve rispondere alle accuse di vilipendio dell'ordine giudiziario, per le frasi contro i giudici pronunciate per difendere l'esponente della Lega ed ex sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi. Di questo decreto penale fino ad oggi non si è avuta notizia. È stato il quotidiano torinese Cronaca Qui a darne conto, e ora il leader della Lega dice di non ricordare l'episodio.

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