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Matteo Renzi dice che il salario minimo è una pagliacciata

Il salario minimo è una “pagliacciata demagogica”, Conte vince il “premio ipocrisia” e Meloni sta “perdendo la faccia” con la gestione della questione migranti: Matteo Renzi ne ha per tutti, maggioranza e opposizione.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dal salario minimo ai migranti, dalla maggioranza all'opposizione – di cui, almeno tecnicamente, fa parte anche lui – Matteo Renzi si scaglia contro tutti. Intervenendo a Stasera Italia su Rete 4, il leader di Italia Viva boccia l'unica proposta condivisa da tutti i partiti di opposizione, tranne il suo: "A me la pagliacciata sul salario minimo non piace per niente – dice Renzi – E siccome credo che sia una proposta demagogica, ho una proposta molto più banale: partecipazione dei lavoratori all'utile". E spiega: "Questa parte di utile che viene data al lavoratore è totalmente defiscalizzata. È una cosa veramente positiva per il ceto medio, per chi guadagna 1.200 euro. Tutti gli imprenditori sono favorevoli".

Renzi non si risparmia nemmeno nei confronti del suo principale rivale politico degli ultimi anni: "Quel genio di Giuseppe Conte, che oggi è considerato il leader della sinistra, nel 2018, quando era presidente del Consiglio ha approvato i decreti Sicurezza di Salvini – attacca – Conte questa stessa faccia la usa per andare oggi a Lampedusa e attaccare la Meloni. Se c'è un premio ipocrisia, lo vince lui". Quanto a Giorgia Meloni, invece, sui migranti "sta perdendo la faccia", ma "non perché oggi stia dicendo cose sbagliate". Il problema è che "viene da dieci anni in cui diceva ‘facciamoli tutti affogare', poi in campagna elettorale ‘blocco navale' – continua il senatore – Lei ha vinto le elezioni dicendo una cosa che non sta né in cielo né in terra".

"La destra ha utilizzato parole sbrigative, superficiali e populiste su un fenomeno complicato – insiste Renzi – Io ho detto in Aula che se si fa un Piano Mattei serio per l'Africa ci sto, ma devi andare a parlare con tutti". E aggiunge: "Gli slogan populisti non funzionano, quelli che vengono qui se tu li tratti a prescindere come delinquenti finiscono per delinquere". Infine rilancia: "Anziché nei Cpr, dovremmo portare quelle persone che restano qui nei Cpi – dice parlando dei centri per il rimpatrio e dei centri per l'impiego – Vanno mandati a lavorare, ci sono lavori che non vengono coperti".

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