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Matteo Renzi condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale: dovrà versare 15mila euro

L’ex Presidente del Consiglio condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale: i fatti risalgono al 2006 quando era presidente della Provincia di Firenze. Secondo i magistrati contabili, Matteo Renzi avrebbe causato un danno alle casse dello Stato scegliendo di nominare un collegio di direzione generale invece di un singolo direttore generale.
A cura di Redazione
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La Corte dei Conti della Toscana ha condannato l’ex Presidente del Consiglio ed ex segretario del Partito Democratico Matteo Renzi al pagamento di 15mila euro per danno erariale. La condanna è relativa a un provvedimento adottato da Renzi quando era presidente della provincia di Firenze, nel 2006. Secondo i magistrati contabili, la scelta di aver conferito quattro incarichi da direttore, all’interno di un collegio di direzione generale, senza optare per un’unica figura dirigenziale come da prassi, avrebbe determinato un danno erariale per le casse della Provincia di Firenze, di cui Renzi è stato presidente dal 2004 al 2009.

L’attuale senatore del Partito Democratico, dunque, dovrà sborsare 15mila euro, mentre altri dirigenti sono stati condannati al pagamento di somme che vanno dai 10mila ai 37mila euro. Vale la pena di sottolineare che nella richiesta iniziale della procura il danno era stato quantificato in 800mila euro.

La difesa di Renzi: "Siamo fiduciosi per l'appello"

I legali di Renzi hanno già annunciato di voler fare ricorso, mentre la procura si ritiene soddisfatta della sentenza. Alberto Bianchi, avvocato del senatore dem, spiega come la decisione dei giudici sia da prendere con cautela, in relazione alla storia peculiare del processo (la procura aveva chiesto l’archiviazione, ma Renzi era stato mandato comunque a processo su ordine della Corte): “La condanna è avvenuta senza nessuna richiesta di condanna da parte della Procura e in presenza di una legge che esclude che possa essere sottoposto a giudizio un soggetto che, come nel caso Matteo Renzi, era rientrato nel processo su ordine del giudice, dopo che la Procura ne aveva chiesto invece l'archiviazione”. Per poi aggiungere: "Siamo certi che finirà come già accaduto in altri casi, in primo grado grancassa mediatica per poi ignorare l'assoluzione o l'archiviazione”.

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