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Mattarella: “Migranti sono i nuovi schiavi, schiavitù è vergogna dell’umanità”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla della schiavitù, che ha “rappresentato una delle maggiori vergogne dell’umanità”, e spiega che il fenomeno migratorio è “terreno agevole per le sue nuove forme”: secondo il capo dello Stato tutta la comunità internazionale deve rifiutare “la tentazione di guardare altrove”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo definisce una delle nuove forme di schiavitù e il riferimento è al fenomeno migratorio. In occasione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, il capo dello Stato ricorda in un messaggio che “la schiavitù ha rappresentato una delle maggiori vergogne dell'umanità. Oggi, la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani ci impone di ribadire la condanna e la battaglia della comunità internazionale contro ogni forma di schiavitù, vecchia e nuova”. E, secondo Mattarella, “terreno agevole per queste nuove forme di schiavitù è il fenomeno migratorio”. Un tema che chiama la responsabilità di tutti, “in Italia e in Europa”, perché “nessun Paese è immune da questa sistematica violazione della dignità umana che interpella la responsabilità della comunità internazionale nella sua interezza, rifuggendo la tentazione di guardare altrove. Soltanto la cooperazione può sconfiggere questo fenomeno, con una Unione Europea consapevole dei propri valori e delle proprie responsabilità”.

Mattarella ricorda che sono circa 40 milionile persone vittime” delle nuove schiavitù: “Numeri impressionanti che hanno spinto le Nazioni Unite ad adottare l'obiettivo di eliminare il traffico di esseri umani entro il 2030. Si tratta di degenerazioni della nostra società, piaghe da eradicare con fermezza che interrogano le nostre coscienze e ci chiamano a una reazione morale, a una risposta adeguata con un maggiore impegno culturale e civile”.

Nella sua dichiarazione, il capo dello Stato prosegue: “La schiavitù ha rappresentato una delle maggiori vergogne dell'umanità. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro denuncia che sono circa 40 milioni le persone vittime; di queste, quasi 25 milioni sono costrette al lavoro forzato e 15 milioni a forme di matrimonio forzato”. E si sofferma ancora sui migranti: “Ogni giorno migliaia di persone pongono a rischio la propria vita e quella dei propri cari per mare e per terra, in condizioni disperate; una tragedia figlia delle guerre, della povertà, dell'instabilità, dello sviluppo precario, alimentata e sfruttata da ignobili trafficanti di esseri umani, che li avviano a un futuro di sopraffazioni: sfruttamento lavorativo, adozioni illegali, prelievo di organi, reclutamento da parte della criminalità organizzata, sfruttamento sessuale”.

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