139 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Matrisciano (M5s) a Fanpage.it: “Primo maggio sia un giorno di riflessione, serve il salario minimo”

A pochi giorni dal Primo maggio la presidente della commissione Lavoro del Senato, Susy Matrisciano, invita alla riflessione: “La grande questione sul tavolo è il salario minimo – spiega in un’intervista a Fanpage.it – serve continuità e stabilità lavorativa, soprattutto per donne e giovani”. E sottolinea: “Va bene che il mercato del lavoro è diventato flessibile, ma flessibilità non può e non deve diventare sinonimo di precarietà”.
A cura di Tommaso Coluzzi
139 CONDIVISIONI
Immagine

"Il salario minimo è il grande tema, a pochi giorni dal Primo maggio". Susy Matrisciano, presidente della commissione Lavoro al Senato e parlamentare del Movimento 5 Stelle, sottolinea in un'intervista a Fanpage.it l'importanza di avere un lavoro stabile e continuativo, soprattutto per le categorie più in difficoltà come donne e giovani. E poi la grande questione della sicurezza sul lavoro, su cui bisogna fare di più affinché l'obiettivo zero morti non resti una chimera.

Tra pochi giorni è il Primo maggio, la Festa dei lavoratori…

Non parlerei di festeggiamenti ma di riflessioni, perché oggi sul tavolo vanno poste delle questioni a cui devono seguire fatti e non parole. Ai fondi del Pnrr bisogna accompagnare delle sicurezze nel mondo del lavoro. Le risorse da sole non bastano. In primis tutte le assunzioni devono garantire stabilità e continuità lavorativa. Non possiamo parlare di percentuali di assunzioni che aumentano ma sono a tempo determinato. Va bene che il mercato del lavoro è diventato flessibile, ma flessibilità non può e non deve diventare sinonimo di precarietà. Sono cose diverse.

C'è anche il tema della sicurezza sul lavoro, a che punto siamo?

C'è molto da fare, dobbiamo lavorare su più livelli. È vero che bisogna aumentare i controlli ed è giusto che ci sia l'impianto sanzionatorio, ma dobbiamo anche parlare di cultura della sicurezza. Il che non significa solo prevenzione, informazione e formazione, ma un investimento serio che parta dalle scuole. Sul posto di lavoro, poi, tutti devono essere coinvolti, dal datore di lavoro al lavoratore stesso che deve esigere la sicurezza. Gli infortuni e le morti avvengono quotidianamente e abbiamo bisogno che la giustizia sia veloce dopo. Perciò portiamo avanti il nostro progetto della Procura nazionale del lavoro. È giusto che i familiari delle vittime tornino ad avere fiducia nello Stato, anche attraverso una giustizia rapida e giusta. E lo so bene, perché so cosa significa essere parente di una persona che ha subito un infortunio grave. Ti cambia completamente la vita.

La retribuzione è il grande tema di oggi, i salari sono troppo bassi?

Il lavoro dignitoso non può essere sottopagato. La grande questione sul tavolo è il salario minimo. È una necessità, ma oggi abbiamo un disegno di legge fermo che con la volontà politica si porta a casa. Abbiamo oltre 4 milioni di lavoratori poveri si critica il reddito di cittadinanza: c'è una parte di lavoratori sottopagati costretti a prendere un sussidio dello Stato, mentre l'articolo 36 della Costituzione parla di una retribuzione "proporzionata e sufficiente". Il testo è in commissione, basta un accordo.

Con l'inflazione e il caro bollette gli stipendi valgono ancora meno, c'è bisogno di un intervento urgente?

Le proposte che abbiamo messo sul tavolo sono il tetto al prezzo del gas e la riduzione dell'Iva sui prodotti di primo consumo. Dobbiamo proteggere le fasce più deboli. Ma avere una visione significa che dobbiamo fare in modo che non si dica più "se avessimo investito sulle rinnovabili dieci anni fa…". Bisogna anche guardare lontano. Oggi si deve parlare di un Energy recovery fund a livello europeo. A livello nazionale, invece, serve uno scostamento di bilancio, come chiediamo da mesi.

Tornando ai giovani e al reddito di cittadinanza, c'è chi dice che lo preferiscono piuttosto che lavorare…

Chi dice questo con i giovani non ci parla. Stiamo facendo un'indagine conoscitiva in commissione ascoltando i giovani, le associazioni di ragazzi e ragazze. Abbiamo aperto a loro il Parlamento. Ci sono startup under 30 che si occupano di rigenerazione urbana. Altro che choosy o bamboccioni. Hanno solo bisogno di strumenti e di capire cosa può fare e cosa sta facendo lo Stato per loro. Bisogna ripartire dalla formazione con un sistema duale che funzioni, perché tutti possano liberamente decidere se proseguire gli studi universitari o entrare direttamente nel mercato del lavoro. È essenziale anche rivedere la politica dei tirocini però, che non possono diventare rapporti di lavoro sottopagati.

I giovani hanno pagato il prezzo più caro della pandemia di Covid e rischiano di subirne gli effetti psicologici a lungo termine, che ne pensa?

Oggi c'è anche un problema di fragilità, certo. Ma sono anche quelli che hanno reagito meglio e si sono adattati di più. Dalla didattica a distanza alle relazioni sociali. Si sono lamentati anche molto meno degli adulti. I giovani hanno dimostrato ancora una volta di essere all'altezza della sfida. Il mondo del lavoro si deve aprire a loro, altrimenti continueranno ad abbandonare l'Italia. Andare via perché il proprio Paese non offre niente non è possibile. Non si deve parlare di fuga di cervelli, ma di diritto a restare.

139 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views