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Maternità surrogata, Vendola: “Sbagliato parlare senza sapere”

Nichi Vendola in un’intervista registrata alla vigilia dell’approvazione del ddl sulle unioni civili ha toccato il tema dell’utero in affitto e della stepchild adoption: “C’è una realtà di donne che non sono in condizioni economiche disagiate”.
A cura di Susanna Picone
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Maternità surrogata e stepchild adoption: sono i due temi principali affrontati da Nichi Vendola, neo papà travolto dalle polemiche negli ultimi giorni per aver avuto un figlio col compagno Ed Testa grazie al cosiddetto “utero in affitto”, in un’intervista andata in onda ieri sera a Matrix su Canale 5 e registrata alla vigilia dell’approvazione del ddl sulle unioni civili al Senato. A proposito della maternità surrogata il leader di Sel, ai microfoni della trasmissione condotta da Luca Telese, ha in qualche modo allontanato da sé l’ombra dello sfruttamento. “Io credo che queste cose vadano attraversate con molta delicatezza e che parlare a nome o per conto degli altri, senza sapere quali sono le loro scelte, sia sbagliato”, ha detto Vendola parlando di situazioni in cui i diritti delle donne possono essere conculcati. “La strumentalizzazione mercantile di una donna può essere veramente un pericolo. Ci sono paesi in cui, invece, questo non accade: Israele, Stati Uniti e Canada. C'è anche un'altra realtà che è quella della gravidanza per altri, cioè di donne che non sono in condizioni economiche disagiate, che scelgono come gesto d'amore di mettere a disposizione il proprio corpo per una gravidanza per altri”, ha spiegato l’ex governatore pugliese.

“Dibattito isterico su stepchild adoption” – A proposito della stepchild adoption, che ha diviso la politica nei giorni della discussione sul ddl Cirinnà, Vendola ha detto che si è costruito “un dibattito isterico”. E ha spiegato qual è il suo punto di vista: “Credo che la realtà dei fatti sia molto semplice – ha detto Vendola a Matrix -. Una coppia che ha un figlio, che è biologicamente figlio di uno dei due partner, ma entrambi educano, ritengo sia naturale tutelarne i diritti nel caso in cui il padre biologico, per qualunque ragione, venga a mancare”.

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