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Massimo Garavaglia (Lega) è stato assolto. Mantovani condannato a 5 anni e 6 mesi

È arrivata la sentenza del processo milanese che vedeva imputati tra gli altri, tra gli altri, il viceministro dell’Economia, Massimo Garvaglia: il leghista è stato assolto. L’ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani è stato invece condannato a cinque anni e sei mesi.
A cura di Annalisa Cangemi
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È arrivata la sentenza del processo milanese che coinvolge l'attuale viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia. La corte, presieduta dalla giudice Giulia Turri, ha assolto l'esponente leghista. L'ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani è stato invece condannato a cinque anni e sei mesi. Garavaglia era accusato di turbativa d'asta, per fatti risalenti al 2014, periodo in cui era assessore al Bilancio della giunta guidata da Roberto Maroni in Regione Lombardia.

Questa mattina nell'aula della quarta sezione penale era stata ascoltata la controreplica della difesa del principale imputato nel processo, l'ex senatore Mario Mantovani, per cui era stata chiesta una condanna a 7 anni e 6 mesi. Secondo il pm Giovanni Polizzi l'attuale viceministro, nel giugno di 5 anni fa quando era assessore, aveva dato insieme a Mantovani, indicazioni per "vanificare gli esiti del bando" di una gara indetta da tre Asl per il servizio di trasporto dei malati dializzati. In particolare, secondo la pubblica accusa il leghista aveva pilotato a favore della Croce Azzurra Ticinia, associazione di volontariato attiva nei comuni dell'Alto Milanese, una gara d'appalto per il trasporto dei malati del valore di 11 milioni di euro all'anno.

L'accusa aveva chiesto per Garavaglia una condanna di due anni. Mantovani era chiamato a rispondere anche di corruzione e induzione indebita. In tutto nel processo sono stati 13 gli imputati e oltre 60 le udienze. Il cuore dell'impianto accusatorio, in mano al magistrato, erano alcune telefonate intercettate nel marzo del 2014. Tra questi un messaggio in cui Mantovani segnalava a Garavaglia "il problema bando dializzati della Croce Azzurra" e la successiva telefonata in cui l'esponente leghista spiegava a Mantovani che la gara, così come era stata indetta, "mette fuori gioco la Croce Azzurra. E siccome nei nostri Comuni fa tutto la Croce Azzurra…", aggiungeva Garavaglia a Mantovani, il quale lo rassicurava, garantendo "di interessarsi subito del problema".

"Garavaglia – ha detto ieri all'Agi il suo avvocato Jacopo Pensa – va assolto perché, parafrasando lo spot ‘una telefonata allunga la vita', qui una telefonata innocente è costata un processo penale. Si sente la sua voce nella prima telefonata in cui chiede a Mantovani se sa qualcosa della storia delle ambulanze e dei trasporti e Mantovani che gli dice ‘Non so niente neanche io, di cosa stiamo parlando?'. Poi dice che ‘è venuto uno delle ambulanze e mi ha detto che sono stati esclusi e l'altro risponde ‘non so di cosa stiamo parlando'. Punto, non c'è altro". Ma lo stesso Pensa non era fiducioso sull'esito del processo: "Non sono ottimista", aveva detto prima del giudizio.

La sentenza rischiava di aprire un nuovo caso nel governo giallo-verde, visto che il contratto di governo Lega-M5S prevede le dimissioni in caso di condanna. Il M5S era stato esplicito: "Se il viceministro Massimo Garavaglia sarà condannato deve dimettersi. È scritto nel contratto e ci sono alcuni punti fermi", aveva ribadito ieri la ministra della Difesa Elisabetta Trenta all'AdnKronos. Garavaglia non si era comunque sbilanciato su eventuali dimissioni, e il ministro degli Interni e segretario della Lega Matteo Salvini nei giorni scorsi lo aveva difeso così: "Si tratta di un processo sull’aria fritta con olio scarsissimo". E ancora: "È accusato di tentata turbativa d’asta per un servizio di dialisi dell’ambulanza volontaria del suo paese e rischia di dover dare le dimissioni per una follia".

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