Mariastella Gelmini: un anno in meno per la laurea in Medicina e abolizione del valore legale del titolo di studio

Il Ministro Gelmini in un’intervista al quotidiano “Il Giornale” ritorna a parlare della riforma dell’Università, ma anche dei nuovi impegni e delle nuove misure messe in essere per favorire il miglioramento del settore dell’istruzione, ambito, come si sa, sempre molto criticato e discusso dai componenti dell’attuale maggioranza di Governo.
L’intervista si apre con un doppio annuncio da parte del Ministro: accorciare i tempi per la laurea in Medicina e permettere ai laureati in giurisprudenza di poter avere in tempi più brevi accesso alla professione. La Gelmini ha specificato di aver già aperto un tavolo con il Ministero della Salute per capire se sia possibile accorciare di almeno un anno il percorso di studi in medicina, “ora sono sei anni per la laurea, poi quattro o cinque di specializzazione e poi ancora il dottorato: non si finisce mai” sono le parole del Ministro. Per quanto riguarda, invece, i futuri avvocati l’idea è di anticipare il tirocinio all’ultimo anno prima della laurea in modo che, successivamente, bisognerà fare solo un altro anno di pratica.
Il Ministro poi ritorna sull’abolizione del valore legale del titolo di studio, che già da tempo è al centro di un ampio dibattito nel quale, in linea di massima, il mondo economico è favorevole, mentre quello accademico è contrario. Tra i sostenitori dell’abolizione c’è l’idea che il valore legale del titolo di studio abbia perso la funziona di garanzia di qualità a favore di un uso solo formalistico, mentre le associazioni di docenti e studenti temono che l’abolizione possa provocare ulteriori disuguaglianze sociali ed economiche. Il Ministro ribadisce l’importanza di questo impegno, preso con le elezioni nel 2008, per porre rimedio alla dispersione scolastica e alla disoccupazione giovanile che sono la diretta conseguenza della burocratizzazione degli studi e della perdita di valore di “quel famoso pezzo di carta che non basta più”.
Una diretta conseguenza di queste trasformazioni del sistema universitario è sicuramente l’abolizione degli ordini professionali, ma la Gelmini preferisce non entrare nel merito della questione lasciandola al collega Angelino Alfano. Nei giorni scorsi alcuni ordini professionali avevano manifestano i propri dubbi in merito, primi fra tutti la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri secondo i quali “il valore legale della laurea si rende necessario dall'esigenza giustificata di tutelare il pubblico interesse".
Il Ministro ritorna a parlare in modo specifico di riforma universitaria, sottolineando che si è chiesto di fare ordine nei conti di tutti gli atenei che dovranno avere bilanci trasparenti e leggibili da tutti su Internet pena il commissariamento. Si scaglia di nuovo contro la lobby dei baroni che cercano di resistere ai cambiamenti introdotti dalla riforma per mantenere i loro privilegi. Per la Gelmini il toccasana alla difficile condizione giovanile sembra essere, quindi, trasparenza del mondo accademico e diminuzione degli anni di studi, forse, però interessa capire maggiormente se i giovani medici siano veramente in grado di curare chi ne ha bisogno, o se un bravo avvocato riesca a fare il suo mestiere anche non essendo già figlio di un professionista.