Mappatura dei nei non più garantita dal Ssn, cosa cambia davvero per i pazienti

Negli scorsi giorni la mappatura dei nei, detta anche dermatoscopia o epiluminescenza, è finita al centro di una polemica politica in Veneto. È una prestazione sanitaria che molti medici consigliano di effettuare una volta all'anno: può essere utile a prevenire melanomi, diagnosticandoli nelle fasi iniziali. Tuttavia, da quest'anno la mappatura non è più inclusa tra le prestazioni garantite dal Servizio sanitario nazionale.
O meglio, lo è in modo diverso: può avvenire solo all'interno di una visita dermatologica generale, su impegnativa del medico di base. La visita – questa la linea delle Asl venete, che ha portato alla polemica – dovrebbe essere riservata a chi ha già nei e lesioni sospetti o preoccupanti. Quindi chi vuole fare una mappatura nonostante non abbia lesioni particolari, solo per monitorare la situazione, potrebbe essere obbligato a rivolgersi al privato.
Lo scontro sulla mappatura dei nei in Veneto
Il dibattito sul piano politico è nato dal settimanale cattolico La vita del popolo, che ha riportato il 7 agosto la denuncia di Giuseppe Palmisano, segretario della sezione veneta della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Palmisano segnalava che la Regione aveva comunicato a tutte le Asl la scomparsa delle impegnative per la mappatura dei nei. Oggi, teoricamente, un medico di base non può più prescrivere questa mappatura, ma solo una visita dermatologica generale (che può includere anche la mappatura).
Dietro questa scelta ci sarebbe stata la volontà di contenere i costi e ridurre le liste d'attesa. Inizialmente il ‘taglio' di questa prestazione è stato presentato come una decisione della Regione, e le opposizioni sono andate all'attacco – tra di loro soprattutto il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali, Giovanni Manildo. La Regione si è difesa con una nota: "Non si tratta di una scelta regionale, bensì di un aggiornamento stabilito a livello nazionale".
La Regione Veneto ha specificato che "visite dermatologiche" e "controlli per i pazienti con sospette lesioni pigmentate" continueranno a essere "garantiti in tutte le sedi pubbliche e ospedaliere del territorio regionale". Dunque, "il cittadino che presenti un nevo sospetto o qualunque lesione cutanea dubbia potrà come sempre rivolgersi al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta, che – se lo riterrà necessario – formulerà la richiesta di visita dermatologica".
Perché il governo ha cambiato le regole sulla mappatura
Tecnicamente, è vero che non si tratta di una scelta fatta dal Veneto. Infatti, alla fine dello scorso anno il governo Meloni ha aggiornato la lista delle prestazioni che sono garantite dal Servizio sanitario nazionale. Ci sono state delle aggiunte, ma anche alcuni tagli e spostamenti.
Nell'elenco precedente, che era in vigore da quasi trent'anni, la mappatura dei nei (chiamata "osservazione dermatologica in epiluminescenza") era una voce a sé stante. In quello nuovo, invece, si trova la voce "Prima visita dermatologica", con "incluso: eventuale osservazione in epiluminescenza". Una differenza sottile, che però avrà un effetto concreto per i pazienti.
La nota regionale del Veneto ha anche giustificato la decisione del governo, affermando che lo screening sistematico dei nei "non ha dimostrato efficacia nella riduzione dei melanomi invasivi né della mortalità per melanoma". Anche se resta "fondamentale adottare comportamenti prudenti e sottoporsi a controlli periodici dal proprio medico curante".
Cosa cambia per i pazienti
Come detto, la novità decisa dal governo Meloni avrà delle conseguenze concrete per i pazienti, e non solo quelli del Veneto. Anche se la polemica politica è nata dalle comunicazioni dai medici veneti, la normativa è nazionale. Ciascuna Regione e Asl potrà decidere in autonomia come gestire questo cambiamento, ma l'effetto resta.
I medici di base ora possono prescrivere una prima visita dermatologica, non una semplice mappatura. Starà alla discrezione di ciascun medico decidere quando farlo, naturalmente, ma si presume che una visita vera e propria sarà necessaria solo per i casi sospetti. E per trovare questi casi non sarà più possibile fare mappature regolari coperte dalla sanità pubblica: spetterà in parte al medico di base, in parte al paziente stesso, che dovrà fare attenzione ai propri nei – anche facendo foto, se necessario, per valutare nel tempo – e contattare il medico di famiglia se vede dei cambiamenti anomali.
A quel punto potrà scattare l'eventuale visita dal dermatologo. Se il dermatologo prenderà in cura il paziente, non serviranno più controlli periodici prescritti dal medico di base, ma sarà lo stesso specialista ad assegnarli. Il costo della prima visita sarà contenuto: il ticket stabilito dalla norma nazionale è di 25,40 euro. Chi volesse effettuare una mappatura dei nei nel privato, invece, potrebbe spendere fino a 200 euro.
Come detto, comunque, la novità potrebbe essere gestita in modo diverso dalle varie Regioni e anche dalle singole Asl. In caso di necessità, quindi, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di base per un chiarimento.