Manovra, Nevi (FI) a Fanpage: “Errore l’aumento sugli affitti brevi, sulle banche nessuna ‘Robin Hood Tax'”

La manovra economica da 18,7 miliardi di euro è stata approvata venerdì scorso e dovrebbe arrivare tra domani e dopodomani in Senato (in teoria avrebbe dovuto arrivare oggi a Palazzo Madama per iniziare l'esame) è composta da 137 articoli. La bozza non è ancora chiusa, a quanto risulta, ma su alcune misure gli esponenti della maggioranza stanno ancora trattando. A quanto risulta, il contributo da banche e assicurazioni, pari a 11 miliardi nel triennio, potrebbe subire ancora variazioni. Stiamo parlando dell'imposta sostitutiva del 27,5% sulle riserve non distribuite – in alternativa alla tassazione al 40% prevista dal precedente impianto – che dovrebbe poi salire poi al 33% nel 2027 e al 40% nel 2028 (la misura dovrebbe servire a ‘liberare' i 6,2 miliardi messi a riserva dalle banche) A questo si aggiungerà l'aumento dell'Irap per il settore finanziario di due punti percentuali per "il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2025 e i due successivi", quindi nel triennio 2026-2028.
Forza Italia contesta la norma sugli affitti brevi, che porta la cedolare secca al 26% per tutti, cancellando l'aliquota al 21% che era prevista per il primo immobile.
Siete soddisfatti della manovra approvata dal Consiglio dei ministri?
Certamente è una legge che contiene quasi tutte le misure che avevamo chiesto, dalla riduzione dell'Irpef al tema della Sanità, che ci sta molto a cuore. E anche sulla rottamazione delle cartelle esattoriali per il 2026 siamo d'accordo. Poi c'è una questione che ci interessa molto, e cioè il rinvio della Plastic tax e della Sugar tax. Adesso bisogna vedere bene i dettagli della legge. Contestiamo invece l'innalzamento della cedolare secca sulla prima casa per gli affitti brevi. Su questo per esempio non siamo d'accordo.
Perché siete contrari?
Avevamo già affrontato lo scorso anno questo dibattito, alla fine si era arrivati a un punto di caduta, e si era scelto di assicurare l'aliquota al 21% per la prima abitazione, un intervento molto importante per sostenere il reddito di chi magari ha una sola casa in affitto, anche per evitare che ci sia lo spopolamento in alcune zone, come i piccoli paesi, dove avere la possibilità di affittare una casa può essere utile per arrotondare un po'.
Secondo le associazioni quest'aumento della cedolare secca potrebbe causare una diminuzione dell'offerta e un incremento dei prezzi, con il risultato che le famiglie italiane non potranno fare le vacanze. Per l'Associazione Italiana Gestori affitti brevi è una vera e propria stangata per il ceto medio, che incentiverà una fuga verso il sommerso. È d'accordo?
Mi sembra una lettura un po' apocalittica. Ma noi siamo contrari, perché si era trovato un punto di equilibrio nella scorsa manovra. Eravamo già l'anno scorso in disaccordo sull'ipotesi di tassare la prima casa che si decide di affittare, e lo siamo anche adesso. Mi rendo conto che rispetto all'impianto complessivo della legge di Bilancio è un aspetto minimale, ma su questo proveremo a intervenire in Parlamento nei prossimi giorni per cancellare l'aumento della tassazione. Aspettiamo comunque il testo definitivo.
Confermato il taglio strutturale dell'aliquota Irpef per la seconda fascia, dal 35% al 33% fino a 50mila euro. La misura è stata fortemente voluta da Forza Italia, che però aveva chiesto di allargare la platea fino a 60mila. Ci sarà spazio più avanti per un intervento in questo senso?
Questo dipenderà dalle disponibilità economiche. È chiaro che per noi sarebbe stato importante includere nella platea i redditi fino a 60mila euro. Ma con il taglio fino a 50mila euro il beneficio si estende anche a chi ha i redditi superiori. Certamente allargare la platea significherebbe andare oltre e includere quelli che hanno un reddito a 60mila euro, una fascia che noi consideriamo ceto medio.
Però, come hanno messo in evidenza le prime simulazioni, per esempio quella della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, il beneficio effettivo sarà modesto per i redditi più bassi e più significativo per quelli medio-alti. Si parla di un risparmio massimo di circa 440 euro annuali, pari a 36,7 euro al mese per i redditi fino a 50mila euro, mentre per chi ha un reddito da 29mila il beneficio annuo è di soli 20 euro, pari a 1,70 euro al mese. Si sale un po' per i redditi fino a 30mila euro: praticamente chi prende 1700 netti al mese avrà circa 3 euro di taglio mensile alle tasse. Un po' poco non le pare?
Il beneficio è per tutti, la riduzione dell'aliquota è senza eccezioni da 35 a 33%. Naturalmente per i redditi da 29mila euro il vantaggio è diverso rispetto a chi ha 50mila di reddito, è evidente. Ma le ripercussioni positive in busta paga si avranno per tutti, magari 1,70 euro al mese in più non è molto in rapporto alle buste paga di chi ha i redditi più alti, ma anche se per alcuni il beneficio è più basso il taglio è comunque del 2%. Per Forza Italia è importante ridurre le tasse, l'avevamo promesso in campagna elettorale. Quando ipotizzavamo un taglio dal 35 al 33 ci ridevano dietro, dicendo che sarebbe stato impossibile. La misura ci costa 4 miliardi, siamo molto soddisfatti. È un sogno che si avvera, perché con Berlusconi avevamo provato più volte ad arrivare al 33, e non c'eravamo mai riusciti. Quindi è un elemento molto positivo.
A proposito di sogni, le pensioni minime saliranno solo 20 euro al mese. Un po' meglio dell'anno scorso, quando aumentarono di 3 euro. Di questo passo è possibile arrivare entro questa legislatura alle pensioni minime da 1000 euro al mese per 13 mensilità che avevate promesso nel programma di governo?
C'è un nostro impegno su questo, noi lotteremo sempre per portarle a 1000 euro al mese. È chiaro che un intervento sulle pensioni è molto oneroso, perché riguarda una platea molto vasta e quindi non è semplice da attuare. La nostra promessa è quella di innalzare le pensioni minime, compatibilmente con i vincoli di bilancio. Purtroppo tutto quello che è successo negli ultimi anni ci impone anche di rivedere le spese, perché ci sono stati problemi gravissimi con l'inflazione e il Superbonus, che ci hanno costretto a fare manovre economiche molto complicate, e le risorse a disposizione sono inferiori. Però anche un incremento di 20 euro non è da sottovalutare. L'impegno ad aumentare le pensioni minime da parte di Forza Italia rimane.
Il contributo richiesto alle banche attraverso la tassazione delle riserve di capitale accumulate è volontario, "discrezionale" ha detto Giorgetti, ma gli istituti bancari parlano di obbligo mascherato. È così?
Su questo punto bisogna leggere con attenzione la norma. Forza Italia ha sempre detto di essere contraria ad aumentare tasse che si ripercuoterebbero si cittadini e imprese, su interventi di questo tipo bisogna essere molto attenti.
È d'accordo a definire questo prelievo una ‘Robin Hood tax', come ha detto Salvini?
No, assolutamente, Robin Hood rubava, qui non si vuole rubare nulla. Abbiamo cercato di stabilire un rapporto con gli istituti bancari per evitare guerre fratricide a colpi di ricorsi giudiziari che una tassa sugli extraprofitti imposta dall'alto avrebbe generato. L'aumento di due punti dell'Irap servirà a potenziare le risorse per la Sanità, ed è assolutamente sostenibile per le casse delle banche. Bisogna essere comunque attenti, perché pensiamo che le banche siano un elemento fondamentale del sistema produttivo, lo sostengono. Se facciamo danni alle banche, facciamo danni alle piccole e medie imprese, ai correntisti e agli azionisti.