Manovra, il Governo replica a Bruxelles: sì a una mini-correzione, ma niente nuove tasse

Nel corso del pomeriggio del 30 gennaio il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni hanno deciso la direzione che l'esecutivo intende prendere in risposta ai rilievi dell'Unione europea relativi alla manovra di bilancio, di cui i vertici europei chiedono una correzione pari a circa 3 miliardi di euro. La risposta dell'Italia è attesa per domani, mercoledì 1 febbraio, e a quanto si apprende da indiscrezioni pubblicate dal quotidiano La Stampa, sembra che il governo sia orientato a non dare seguito alle richieste della Commissione europea e che non farà dunque manovre correttive, né metterà nuove tasse per coprire l'ammanco. In sostanza, nella lettera di risposta indirizzata a Bruxelles il governo italiano non risponderà puntualmente ai rilievi dell'Ue, ma chiederà una sorta di ulteriore trattativa.
Niente nuove tasse, dunque, il governo Gentiloni punta a soddisfare solo parzialmente le richieste della Commissione dando luogo a una mini-correzione, di molto inferiore rispetto alle attese. Secondo La Stampa, quindi, non si andrà allo scontro frontale come auspicato da Matteo Renzi, ma verso una correzione dal valore indefinito, forse pari allo 0,1% del Pil o anche più bassa. In numeri: una manovra tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro, meno della metà di quanto richiesto da Bruxelles. "Cifre simboliche, ma esattamente simbolico è il senso della trattativa in corso tra Roma e Bruxelles: alla Commissione europea stavolta non hanno intenzione di darla vinta al governo italiano e dunque se la resistenza dovesse proseguire, scatterebbe la procedura di infrazione con relative sanzioni. Gentiloni e Padoan lo hanno capito, non intendono subire la procedura e per questo hanno deciso di andare incontro a Bruxelles. Ovviamente cercando di spuntare lo sconto maggiore possibile", spiega il quotidiano torinese.
Le indiscrezioni di settimana scorsa davano il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi intenzionato a rispondere "picche" alla Commissione europea, nonostante il rischio di una procedura di infrazione. Molto più cauto si era invece detto il ministro dell'Economia Padoan, che in una dichiarazione pubblica ha sottolineato come una procedura del genere sarebbe pericolosa per l'Italia e dunque era necessario evitarla. Ad ogni modo, nei prossimi giorni il bandolo della matassa verrà sbrogliato con la risposta ufficiale da parte del governo italiano, seguita dalla replica della Ue e solo a quel punto, quindi, si capirà quale potrà essere il futuro del Belpaese in sede europea.