Manovra, Fdi vuole limitare gli scioperi dei trasporti, poi ci ripensa e ritira l’emendamento

AGGIORNAMENTO:
Nel puzzle che compone la legge di Bilancio 2026 avrebbe potuto rientrare una misura che avrebbe limitato fortemente il diritto di sciopero. Un emendamento Fdi alla manovra presentato da Fdi prevedeva infatti che i lavoratori dei trasporti dichiarino "preventivamente" la propria intenzione di aderire a uno sciopero del loro settore, entro sette giorni dalla data prevista per l'astensione dal lavoro. Matteo Gelmetti, primo firmatario della proposta, con una nota ha appena annunciato un passo indietro.
Era prevedibile che La norma fosse destinata a far discutere, soprattutto alla luce della proclamazione dello sciopero generale del 12 dicembre contro la manovra, annunciato dalla Cgil, che il governo ha criticato ancora una volta per la scelta del venerdì: sarebbe solo un espediente, secondo Meloni, per avere il weekend lungo.
Secondo l'emendamento Fdi, l'annuncio dell'adesione allo sciopero "deve pervenire in forma scritta alle amministrazioni e alle imprese erogatrici dei servizi entro sette giorni dalla data prevista".
Perché Fdi ha fatto marcia indietro
Con una nota il senatore di Fratelli d'Italia, Matteo Gelmetti ha spiegato perché ha scelto di ritirare l'emendamento in questione: "Occorre intervenire sulla stortura derivante dalla normativa che attualmente regola gli scioperi nel contesto del trasporto pubblico. Oggi il solo annuncio di uno sciopero, anche da parte di una sigla sindacale minore, comporta che le aziende di trasporto siano costrette a ridurre del 50 per cento il servizio. Questo qualunque sia il reale livello di adesione allo sciopero stesso. Così capita che ad adesioni sindacali irrisorie corrispondano comunque grandissimi disagi per gli utenti. Un vero e proprio fenomeno di dumping degli scioperi che penalizza soltanto gli italiani e non le aziende, visto che il trasporto pubblico è finanziato con risorse dello Stato. Occorre, quindi, per i servizi essenziali come i trasporti pubblici, introdurre un meccanismo che garantisca un equilibrio tra la riduzione del servizio e la reale adesione agli scioperi, nel pieno rispetto del legittimo diritto dei lavoratori di far sentire la propria voce. Sono consapevole che si tratti di un tema complesso e di grande rilevanza. Per questa ragione ritengo opportuno ritirare l'emendamento che avevo presentato alla legge di Bilancio, dove per ragioni oggettive mancano le condizioni per una discussione approfondita ed ampia, ripromettendomi di presentare sull'argomento un disegno di legge più articolato, per il quale sono sicuro che sarà possibile quel confronto che adesso mancherebbe".
Cosa dice l'emendamento Fdi alla manovra sugli scioperi che è stato ritirato
In pratica i lavoratori del settore dei trasporti dovrebbero dichiarare preventivamente la propria intenzione di aderire ad uno sciopero. La comunicazione di adesione "è irrevocabile e deve pervenire in forma scritta alle amministrazioni e alle imprese erogatrici dei servizi entro sette giorni dalla data prevista per l'astensione dal lavoro", si legge nel testo dell'emendamento, a firma di Matteo Gelmetti, depositato in Commissione bilancio del Senato e poi ritirato. L'emendamento prevede che "le amministrazioni e le imprese devono tener conto delle adesioni preventive nella individuazione dei nominativi dei lavoratori tenuti a garantire le prestazioni indispensabili, ricorrendo, ove possibile, prioritariamente al personale che non ha manifestato l'intenzione di aderire allo sciopero".
Il testo dice inoltre che "Le amministrazioni e le imprese erogatrici dei servizi, oltre a garantire le prestazioni indispensabili, sono tenute ad assicurare gli ulteriori livelli di servizio erogabili attraverso l’impiego dei lavoratori che non hanno comunicato l’adesione allo sciopero".
"Le suddette amministrazioni e imprese sono esonerate dall’applicazione delle disposizioni degli accordi o delle regolamentazioni provvisorie concernenti le prestazioni indispensabili, nonché dall’obbligo di rendere la comunicazione agli utenti di cui al comma 6 del presente articolo, se il numero delle adesioni consente l’erogazione dei servizi nella misura ordinaria".
Le polemiche sull'emendamento Fdi sugli scioperi
L'emendamento Fdi era "inaccettabile" per i sindacati: "Esprimiamo ferma contrarietà all'emendamento proposto in manovra da FdI che impone ai lavoratori di comunicare con sette giorni di anticipo, in forma scritta e irrevocabile, la propria adesione a uno sciopero. Una misura che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali", hanno commentato Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.
"Il sindacato ha avuto da sempre un approccio molto responsabile nei confronti del ricorso allo sciopero.La legge 146/90, unitamente alle innumerevoli regole di settore, già assicura pienamente il rispetto del diritto alla mobilità attraverso la garanzia dei ‘servizi minimi'. Questo nuovo obbligo è quindi inutile quanto pericoloso", hanno aggiunto.
Il Pd aveva chiesto a Fdi di ritirare la proposta
Critico anche il Pd, che aveva espresso la sua contrarietà prima che il testo fosse ritirato: "L'emendamento di Fratelli d'Italia che obbliga i lavoratori dei trasporti a dichiarare con sette giorni di anticipo, per iscritto e in modo irrevocabile, la propria adesione a uno sciopero è semplicemente inaccettabile. Siamo di fronte a una compressione ingiustificata di un diritto costituzionale già ampiamente regolato da norme stringenti su preavvisi, fasce garantite e servizi minimi", ha detto Antonio Misiani, responsabile infrastrutture nella segreteria nazionale del Pd.
"Questa proposta – ha sottolineato – non solo indebolisce l'efficacia dello sciopero, ma apre la strada a possibili pressioni e discriminazioni tramite vere e proprie liste nere di scioperanti. È una forzatura che peggiora il clima nelle relazioni industriali e allontana la possibilità di affrontare seriamente i problemi del settore. La maggioranza mostra ancora una volta fastidio verso ogni forma di protesta, preferendo misure repressive anziché intervenire sulle cause dei conflitti: il mancato rinnovo dei contratti, le carenze di personale, le inefficienze croniche e le condizioni di lavoro sempre più dure. In Senato il Partito Democratico si opporrà con la massima determinazione all'iniziativa di FDI: limitare ulteriormente un diritto costituzionale non migliorerà la mobilità né la qualità dei servizi. La maggioranza ritiri subito questo emendamento".