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Manovra: ecco la nuova bozza dopo le correzioni del governo

Dopo un ulteriore vertice a Palazzo Chigi, fonti del M5S e della Lega hanno fatto sapere che il testo è chiuso e che arriverà alle Camere mercoledì. Intanto è al vaglio della Ragioneria e del Mef. La nuova bozza, con data 29 ottobre, è composta da 115 articoli, non più 73, come nella versione precedente.
A cura di Annalisa Cangemi
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La nuova bozza della legge di bilancio, datata 29 ottobre, e che attende ancora la presentazione in Parlamento, è composta da 115 articoli, mentre quella precedente si fermava a 73 articoli. Fonti del governo hanno fatto sapere che il testo è chiuso e arriverà alle Camere mercoledì, e che al momento è al vaglio della Ragioneria e del ministero dell'Economia.A Palazzo Chigi intanto si è svolto un incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Tema principale del vertice è stato ancora una volta la limatura della legge di bilancio.

Secondo il primo articolo della manovra in circolazione, dal 2019 l'aliquota agevolata Iva è ridotta dell'1,5%, mentre l'aliquota ordinaria è ridotta di 2,2 punti percentuali nel 2019, di 0,8 punti percentuali nel 2020 e di 0,5 punti percentuali dal 2021. La bozza conferma quindi lo stop totale delle clausole Iva soltanto per il 2019. Non ci sono, per il 2019, aumenti per le accise sulla benzina.

Tra le novità si nota la presenza di Quota 100, assente invece nella versione precedente: la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza, viene specificato, verranno introdotti con "appositi provvedimenti normativi". Resta invariato l'articolo che dispone l'istituzione di due fondi da 9 miliardi per il reddito e di 6,7 miliardi (7 miliardi dal 2020) per le pensioni. Nella nuova bozza si precisa che "nell'ambito del Fondo per il reddito di cittadinanza, fino a 1 miliardo nel 2019 e 2020" è destinato ai centri per l'impiego, "fino a 10 milioni" all'Anpal. Spunta anche un fondo per l'attuazione del programma di governo: previsti nello stato di previsione del Tesoro 190 milioni nel 2019 e 450 milioni all'anno dal 2020.

Nella bozza è apparsa anche un'imposta al 15% per gli insegnanti, su quanto guadagnano da lezioni private e ripetizioni. Dal primo gennaio 2019 "i titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado", potranno chiedere – si legge – l'applicazione di "una imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%, salva opzione per l'applicazione dell'imposta sul reddito nei modi ordinari"."

I dipendenti pubblici che svolgono l'attività di insegnamento a titolo privato comunicano alla propria amministrazione di appartenenza l'esercizio di attività extra professionale didattica ai fini della verifica di eventuali incompatibilità. L'imposta è versata entro il termine stabilito per il versamento dell'imposta sul reddito delle persone fisiche. Per la liquidazione, l'accertamento, la riscossione, i rimborsi, le sanzioni, gli interessi ed il contenzioso ad essa relativi si applicano le disposizioni previste per le imposte sui redditi. Con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità per l'esercizio dell'opzione di cui al comma 1 nonché del versamento dell'acconto e del saldo dell'imposta sostitutiva".

E ancora, sempre in ambito istruzione, arriva il bonus occupazione per i giovani con carriere universitarie eccellenti, laureati under 30 o dottori di ricerca under 34. Una sorta di ‘incentivo' sotto forma di esonero dei contributi a carico del datore di lavoro, ad eccezione dei premi e contributi Inail, per un anno al massimo, e con un tetto di 8 mila euro. L'agevolazione vale per le assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel 2019.

Buone notizie per gli edifici scolastici: aumentano infatti da 96 a 190 milioni le risorse stanziate per le ‘scuole belle' nel 2019. Stanziati 194 milioni nel 2020 e 100 milioni per l'anno I fondi potranno essere utilizzati, si legge nella norma originaria, per "l'acquisizione dei servizi di pulizia e degli altri servizi ausiliari", nonché degli interventi "di mantenimento del decoro e della funzionalità degli immobili". 

Il bonus cultura per i 18enni non viene cancellato, ma ridotto di 20 milioni: passa da 290 a 270 milioni. Viene invece incrementato di trenta milioni – e passa da dieci a quaranta milioni – il Fondo per le politiche giovanili istituito presso la presidenza del Consiglio. Il bonus 18enni è stato stato istituito con una legge del 2015. Il Fondo per le politiche giovanili è stato invece creato nel 2006 con lo scopo di "promuovere il diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale e all'inserimento nella vita sociale, anche con interventi volti ad agevolare la realizzazione del diritto dei giovani all'abitazione, nonché a facilitare l'accesso al credito per l'acquisto e l'utilizzo di beni e servizi". 

Non mancano gli interventi per la famiglia: almeno 20 milioni dei 100 aggiuntivi assegnati a decorrere dal 2019 al Fondo per la famiglia, dovranno serviranno per rafforzare i consultori.

Per quanto riguarda il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, posti a carico del bilancio statale, le risorse stanziate aumentano rispetto alla bozza precedente. Il governo prevede nel complesso 4,2 miliardi per il prossimo triennio. In particolare, per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico – si legge – sono stanziati 1,1 miliardi per il 2019, 1,425 nel 2020 e 1,775 miliardi nel 2020. Mentre per il personale dipendente da amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall'amministrazione statale "gli oneri per i rinnovi contrattuali per il triennio 2019-2021 sono posti a carico dei rispettivi bilanci". I comitati di settore "provvedono alla quantificazione delle relative risorse, attenendosi ai criteri previsti per il personale delle amministrazioni dello Stato". E questi disposizioni "si applicano anche al personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale".

Inoltre viene specificato che le Regioni dovranno tagliare i vitalizi del presidente e dei consiglieri tenendo presente quanto fatto dalla Camera, entro sei mesi dall'entrata in vigore della manovra o subiranno un taglio delle risorse in arrivo dallo Stato per il 2019 pari al 30 per cento (a esclusione degli stanziamenti per la sanità, le politiche sociali e il trasporto pubblico locale). Dal 2020 i trasferimenti verranno tagliati in modo lineare per un importo pari alla metà delle somme destinate nel 2018 ai vitalizi.

In tema di banche, arriva in questa bozza un fondo da 525 milioni l'anno per il 2019-2021, che assorbe il fondo della scorsa manovra, per il ristoro degli azionisti di banche poste in liquidazione coatta amministrativa (come le due venete) o in risoluzione, che abbiano subito "danno ingiusto". Il ristoro sarà del 30% nel limite comunque di 100mila euro. I dividendi andranno dedotti. Potrà accedere anche chi abbia aderito a transazione. Corsia ‘preferenziale' invece per chi ha Isee sotto i 35mila euro.

Nel testo anche incentivi per le nascite: saranno dati terreni in concessione gratuita per 20 anni alle famiglie cui nasca il terzo figlio nel 2019, 2020 o 2021. Si prevede anche la concessione di mutui fino a 200mila euro a tasso zero alle famiglie che acquistino nelle vicinanze dei terreni la prima casa. A questa finalità andrà destinato il 50% dei terreni agricoli e a vocazione agricola di proprietà dello Stato non utilizzabili per altra finalità e il 50% delle aree abbandonate o incolte del Mezzogiorno.

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