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Mafia, Antonio Fosson, presidente della Valle d’Aosta, indagato per voto di scambio

Antonio Fosson, presidente della Valle d’Aosta è indagato per scambio elettorale politico mafioso, per un’inchiesta sul condizionamento delle elezioni regionali 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘Ndrangheta. Oltre a Fosson hanno ricevuto un avviso di garanzia nelle scorse settimane anche gli assessori regionali Laurent Viérin e Stefano Borrello, e il consigliere regionale Luca Bianchi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente della Regione Valle d'Aosta, Antonio Fosson, è indagato per scambio elettorale politico mafioso nell'ambito dell'inchiesta Egomnia condotta dalla Dda di Torino, e coordinata dal pm Valerio Longi, sul condizionamento delle elezioni regionali 2018 in Valle d'Aosta da parte della ‘Ndrangheta. La notizia è stata diffusa dall'Ansa. Oltre a Fosson sono indagati, per lo stesso reato, anche alcuni assessori e consiglieri regionali. L'indagine e' stata svolta dai carabinieri di Aosta.

Oltre a Fosson (ex senatore della Repubblica per l'Union Valdôtaine, dal 2008 al 2013) hanno ricevuto un avviso di garanzia nelle scorse settimane anche gli assessori regionali Laurent Viérin (turismo e beni culturali), ex presidente della Regione, e Stefano Borrello (opere pubbliche), e il consigliere regionale Luca Bianchi. Questi ultimi tre sono già stati interrogati dagli inquirenti.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri il 4 maggio 2018 l'allora "presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta" Laurent Viérin, "nonché prefetto in carica, ha incontrato uno degli esponenti di vertice del ‘locale' di Aosta", Roberto Di Donato, "presso l'abitazione di Alessandro Giachino" ad Aymavilles. L'incontro a fini elettorali, documentato dagli investigatori con fotografie, è durato un'ora circa.

"Gli effetti", scrivono i militari, "si vedono già il 12 maggio quando presso il bar ‘Nord', sito nel quartiere Cogne di Aosta, ovvero quello a maggior densità di calabresi, viene organizzato un aperitivo in favore di Laurent Viérin al chiaro scopo elettorale". Tre giorni dopo si verifica "la mancata presentazione di Giachino e Roberto Alex Di Donato al pranzo con Viérin" che per quanto avvenuto "si lamenta" con un collega di lavoro di Giachino.

"Da una telefonata" del 15 maggio tra Alessandro Giachino e Deborah Camaschella, ex sindaco di Valtournenche e candidata alle scorse regionali, secondo gli investigatori, "si ha il riscontro dell'avvenuto accordo tra Laurent Viérin e il locale, cioè la richiesta del politico di voti, per lui e i candidati della sua lista, e la seguente approvazione del sodalizio criminale che ha concordato e approvato i candidati da supportare, stabilendo anche i voti da attribuire". In dettaglio, "Viérin avrebbe dato il proprio consenso alla dazione di voti in favore della Camaschella e per questo motivo Giachino promette alla donna 30 preferenze".

Il piano della ‘ndrangheta, secondo gli inquirenti, nasce dalle "prime avvisaglie della mutazione degli equilibri politici regionali" emerse dai risultati delle elezioni politiche del 4 marzo 2018. "molti partiti si sono indeboliti, e in particolare modo il partito dell’Union Valdôtaine, ne è testimonianza il fatto della mancata elezione del proprio candidato alla Camera dei deputati". Ne traggono beneficio la Lega e il Movimento 5 Stelle

I componenti del gruppo mafioso, viene scritto nelle conto l’annotazione, analizzano la situazione ed elaborano "una nuova strategia elettorale", decidendo "di sostenere più candidati di diversi partiti politici”, così da “ottenere un parterre più ampio di eleggibili fra le liste dei partiti". Si rivolgono comunque a politici di "estrazione fortemente autonomista", poiché "sosterranno candidati dell’Uv, di Uvp e del partito Stella Alpina". 

La difesa di Antonio Fosson

Fosson si è subito difeso, dichiarando la propria "assoluta estraneità" riguardo a un suo presunto coinvolgimento nelle indagini in questione: "Ho appreso dagli organi di informazione che, nell'ambito dell'udienza preliminare in corso al Tribunale di Torino, sarebbero stati prodotti atti nei quali si farebbe riferimento anche alla mia persona", ha scritto in una nota.

"In proposito – ha aggiunto il presidente della Valle d'Aosta – manifesto la mia assoluta serenità e la fiducia nella Magistratura che non potrà che accertare la mia totale estraneità. A questo proposito dichiaro la mia assoluta estraneità. Ogni diversa valutazione sarà presa nel momento in cui sarà noto il contenuto degli atti".

Il presidente della Valle d'Aosta sapeva di essere indagato per scambio elettorale politico-mafioso quando, il 6 dicembre scorso, ha approvato, con il resto della Giunta, la richiesta di costituzione di parte civile dell'amministrazione regionale nel processo Geenna contro la ‘ndrangheta in Valle d'Aosta, da cui deriva l'inchiesta Egomnia che lo vede coinvolto.

Nell'esercizio delle funzioni prefettizie attribuitegli dalla Statuto speciale, il 21 novembre scorso Fosson aveva fatto sapere, intervenendo durante il Consiglio regionale, di aver trasmesso "da qualche giorno" al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese le due relazioni relative alle verifiche avviate nei comuni di Aosta e Saint-Pierre sull'eventuale sussistenza di forme di infiltrazione o di condizionamento mafioso. Verifiche che erano scattate a seguito dell'arresto di tre eletti nell'ambito dell'operazione Geenna.

Salvini chiede le elezioni in Valle d'Aosta

Matteo Salvini sarà ad Aosta venerdì 20 dicembre. È quanto ha fatto sapere la Lega Valle d'Aosta: "Sarà l'occasione per incontrare i tanti valdostani che da tempo chiedono di poter tornare al voto per esprimere democraticamente la propria preferenza al fine di dare un nuovo governo ad una Regione paralizzata dalla politica e martoriata dalle inchieste giudiziarie". In un post su Facebook ha annunciato: "Venerdì 20 dicembre, in mattinata, sarò in Val d'Aosta per sostenere la Lega e il cambiamento vero! Elezioni subito!".

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