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L’Oms dice ai Paesi ricchi di donare i vaccini invece di pensare alla terza dose

Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lanciando un appello un appello ai Paesi più ricchi affinché donino le dosi alle regioni meno sviluppate del pianeta invece che pensare a un ulteriore richiamo, denunciando una disparità ormai grottesca per quanto riguarda l’accesso al vaccino: “Stiamo scegliendo consapevolmente di non proteggere chi ne ha bisogno”.
A cura di Annalisa Girardi
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I Paesi più ricchi, invece che pensare alla terza dose di vaccino anti-Covid dovrebbero donare le fiale ai Paesi poveri, dove l'accesso a questi farmaci continua ad essere precario e solo una piccola parte della popolazione è stata immunizzata. Lo ha detto il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lanciando un appello un appello ai Paesi più ricchi affinché donino le dosi alle regioni meno sviluppate del pianeta invece che pensare a un ulteriore richiamo. Specialmente in un momento in cui da un lato non ci sono abbastanza prove sulla necessità della terza dose, e dall'altro i contagi in risalita rischiano di essere disastrosi in quelle zone dove pochissime persone sono protette.

Il direttore dell'Oms ha denunciato una disparità ormai grottesca per quanto riguarda l'accesso al vaccino e ha condannato la "avidità" dei Paesi ricchi, chiedendo alle farmaceutiche di dare priorità nella fornitura ai Paesi più poveri invece che convincere il Nord del mondo a somministrare una terza dose. "Stiamo scegliendo consapevolmente di non proteggere chi ne ha bisogno", ha detto, chiedendo a Pfizer BioNTech e Moderna di dare la precedenza al progetto Covax che ha appunto l'obiettivo di portare i vaccini in quelle regioni del mondo dove l'accesso è limitatissimo o assente. Con la variante Delta e la curva dei contagi che inizia a impennarsi nuovamente, c'è il rischio di nuove "ondate catastrofiche di casi" che potrebbero mettere definitivamente in ginocchio i Paesi più poveri.

Solo alcuni giorni fa Pfizer BioNTech ha annunciato che nelle prossime settimane chiederà prima alla Food and Drug Administration (Fda) e poi all'Agenzia europea del farmaco (Ema) il via libera per la somministrazione della terza dose di vaccino. Una scelta che, ha spiegato la farmaceutica, ha l'obiettivo di arginare l'aumento dei contagi dal momento che una terza iniezione aumenterebbe il livello degli anticorpi. Anche l'Italia si sta organizzando per un'eventuale terza dose: "Siamo organizzati per poter fare il richiamo a tutta la popolazione", ha detto il commissario straordinario per l'emergenza, il generale Francesco Figliuolo. Insomma i Paesi occidentali, che sono già vicini al raggiungimento dell'immunità di comunità avendo vaccinato buona parte della loro popolazione, si stanno effettivamente preparando a effettuare un ulteriore richiamo. Senza contare, però, che in buona parte del pianeta milioni di persone stanno ancora aspettando la prima dose. E che se il virus continuerà a diffondersi in queste regioni, non solo farà migliaia e migliaia di morti, ma potrà generare altre varianti.

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