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Legislatura al via, si riunisce il nuovo Parlamento: cosa succede oggi e quando si insedia il governo

Si apre ufficialmente la diciannovesima legislatura. Senato e Camera eleggeranno oggi i rispettivi presidenti. Ecco come funzionano le procedure di voto.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi, 13 ottobre, comincia ufficialmente la diciannovesima legislatura. Il Parlamento è stato convocato questa mattina nella sua nuova composizione ridotta, in tutto 400 deputati e 200 senatori. Il centrodestra gode di un'ampia maggioranza in entrambi i rami del Parlamento: 237 seggi alla Camera, al Senato 115. La seduta alla Camera, presieduta da Ettore Rosato, inizierà alle 10, al Senato, con Liliana Segre (Giorgio Napolitano ha rinunciato) sullo scranno più alto, alle 10,30. All'ordine del giorno l'elezione dei nuovi presidenti, sui quali il centrodestra potrebbe aver trovato un accordo: Ignazio La Russa dovrebbe guidare Palazzo Madama, mentre il favorito per Montecitorio sembra essere Riccardo Molinari, esponente della prima ora del Carroccio. Ma non sono esclusi colpi di scena. I neo eletti sono arrivati a Roma già lunedì per le procedure di accreditamento nelle rispettive assemblee.

Come funziona l'elezione dei presidenti delle Camere

La seduta inizierà con la costituzione di un ufficio provvisorio di presidenza e con la costituzione della giunta delle elezioni provvisoria, per la proclamazione dei deputati subentranti. Terminato questo step, si passerà all’elezione del successore di Roberto Fico. L'elezione del presidente della Camera avverrà tramite scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti, dal secondo scrutinio è necessaria la maggioranza dei due terzi dei presenti, contando anche le schede bianche. Dal quarto scrutinio in poi scatta il quorum della maggioranza assoluta, cioè 200 +1.

Per la prima seduta, oggi sono previste in tutto tre votazioni: alle 10,30, alle 14 e alle 17. È possibile che il nuovo presidente della Camera venga eletto alla quarta votazione, cioè venerdì.

Diverso il regolamento per il Senato, dove alla prima e alla seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti, cioè 104 considerando anche i sei senatori a vita. Il centrodestra al Senato ha 115 senatori, quindi potrebbe eleggere il presidente al primo scrutinio. Se così non fosse, dal giorno successivo si procederà ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, comprese le schede bianche.

Nella prima seduta, oltre all'elezione del presidente, si procede all'elezione di quattro vicepresidenti, di tre Questori e di otto segretari che andranno a costituire l'Ufficio di Presidenza provvisorio e della Giunta delle elezioni provvisoria per la proclamazione dei deputati subentranti.

A Montecitorio il regolamento prevede che i deputati abbiano 48 ore per dichiarare al segretario generale della Camera a quale Gruppo appartengono, mentre al Senato i giorni a disposizione sono tre. Al Senato inoltre è stata approvata proprio verso la fine della legislatura, il 27 luglio scorso, una riforma del regolamento che introduce delle novità legate principalmente al taglio dei senatori, che ha richiesto una modifica dei quorum richiesti e del numero delle commissioni, ridotte da 14 a 10. Inoltre per costituire un gruppo parlamentare alla Camera occorre un numero minimo di venti deputati, al Senato ne bastano 6. Entro quattro giorni dalla prima seduta (quindi presumibilmente lunedì 17 ottobre) a Montecitorio il nuovo presidente convocherà i gruppi che devono nominare i loro vertici: presidente, uno o più vicepresidenti e un comitato direttivo.

A Palazzo Madama il regolamento stabilisce che la convocazione delle assemblee dei gruppi per l'elezione del proprio presidente avvenga "entro sette giorni dalla prima seduta", quindi entro il 20 ottobre.

Quando si insedierà il nuovo governo

Questi passaggi sono necessari per far partire la legislatura, perché i presidenti dei gruppi partecipano alle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo. È possibile che le consultazioni con il Presidente Mattarella partano già il 19 o il 20 ottobre. Queste non dovrebbero protrarsi a lungo, visto il risultato netto del voto e anche perché i gruppi che si presenteranno al Quirinale non saranno più di 5. Il centrodestra si presenterà probabilmente unito con una sola delegazione, gli altri saranno Pd-Democratici e Progressisti, M5s, Azione-Italia viva, Svp.

L'incarico di formare il nuovo governo al presidente del Consiglio – che è praticamente certo sarà Giorgia Meloni – potrebbe arrivare dal 22, comunque non prima che il premier uscente Mario Draghi faccia ritorno dal Consiglio europeo. A quel punto sarà la premier incaricata a fare le sue consultazioni con le forze politiche ed eventualmente le parti sociali per poi risalire dal presidente della Repubblica per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. A questo punto, se si procede spediti, il nuovo governo potrebbe giurare al Quirinale il 24 ottobre. Il nuovo esecutivo poi dovrà presentarsi poi alle Camere per ottenerne la fiducia entro dieci giorni dalla sua formazione.

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