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Legge 104, le novità dal 2026 su congedi e aumento dei permessi retribuiti: chi può ottenerlo

Dal 1° gennaio 2026 la legge 104 cambia: 10 ore in più di permessi retribuiti per chi ha malattie oncologiche, croniche o invalidanti; confermati i due anni di congedo straordinario non pagato per assistere un familiare con disabilità grave. Beneficiano delle novità sia i dipendenti pubblici che privati.
A cura di Luca Pons
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Dal 1° gennaio 2026 entrano in vigore alcune delle novità varate quest'anno che cambiano la Legge 104 del 1992 per le persone con disabilità. Scatteranno 10 ore in più di permessi retribuiti per visite mediche, esami, analisi o terapie, per chi si trova in situazioni specifiche – malattie oncologiche, croniche o invalidanti. E saranno confermati i 24 mesi di congedo straordinario, non pagato, per i pazienti che soffrono delle stesse malattie. La norma di cui si parla è la legge 106, approvata il 18 luglio di quest'anno.

Dieci ore in più di permesso per visite e esami

L'articolo 2 della legge 106, in particolare, riguarda i "permessi di lavoro per visite, esami strumentali e cure mediche". Nel testo si afferma che dal 1° gennaio 2026 si avrà diritto a "ulteriori dieci ore annue di permesso", retribuito come una normale giornata di malattia, "per i periodi utilizzati per visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche nonché cure mediche frequenti". Queste dieci ore extra si aggiungono ai tre giorni già previsti dalla legge 104.

Attenzione ai beneficiari. Potranno usare le dieci ore in più i lavoratori pubblici o privati che siano "affetti da malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce", oppure "da malattie invalidanti o croniche, anche rare, che comportino un grado di invalidità pari o superiore al 74%". In più, possono sfruttare il permesso anche coloro che hanno un figlio minorenne affetto dalle stesse malattie.

Servirà comunque la prescrizione di un medico. Come detto, queste ore saranno retribuite con l'indennità di malattia, che nel caso dei lavoratori privati sarà erogata dal datore di lavoro e poi rimborsata dall'Inps.

Fino a due anni di congedo non pagato, poi si mantiene il posto con smart working

È già in vigore, e continuerà a essere valida dal 2026, la possibilità di chiedere un congedo straordinario di fino a 24 mesi, ovvero due anni. Già prima dell'ultima riforma i lavoratori dipendenti che avevano familiari con disabilità gravi potevano chiedere fino a due anni di congedo straordinario, divisibili anche in singoli giorni. Il congedo è pagato, vale per l'anzianità assicurativa ma non per la maturazione di ferie, tredicesima o Tfr.

La nuova legge ha aggiunto una possibilità simile – in parte – per i lavoratori con malattie oncologiche oppure invalidanti o croniche che comportino invalidità pari o superiore al 74%. Questi possono chiedere un congedo straordinario che va fino a 24 mesi. In questo periodo mantengono il posto di lavoro, ma non vengono pagati e non possono svolgere altri lavori di alcun tipo, mentre possono incassare eventuali aiuti o benefici.

Questi due anni di congedo non vengono conteggiati neanche per l'anzianità di servizio, o nel calcolo della pensione, anche se per quanto riguarda quest'ultimo punto si possono riscattare successivamente versando i relativi contributi. Una volta che si esauriscono i due anni, il lavoratore o la lavoratrice ha comunque il diritto di tornare al proprio posto e di ottenere "prioritariamente" lo smart working, se è compatibile con il lavoro, senza demansionamenti.

I lavoratori autonomi che soffrono delle stesse malattie già elencate potranno sospendere la loro attività per eventuali committenti, ma non del tutto. Solo per un massimo di 300 giorni (circa dieci mesi) all'anno. Per tutti sarà sufficiente una certificazione di malattia rilasciata dal medico, che sarà inserita automaticamente nel fascicolo sanitario elettronico della persona interessata.

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