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Legge 104, dal 2026 nuove tutele: congedi fino a due anni e più permessi retribuiti

Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore nuove misure volte a rafforzare le tutele per chi è affetto da malattie oncologiche, croniche e invalidanti. Le novità riguardano sia i lavoratori dipendenti che gli autonomi: congedi estesi fino a due anni, accesso agevolato allo smartworking, procedure più snelle per la certificazione e un aumento delle ore di permesso retribuito dedicate alle visite mediche.
A cura di Francesca Moriero
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Affrontare una malattia grave significa spesso dover conciliare terapie, controlli, periodi di ricovero e momenti di fragilità con la vita quotidiana e con il lavoro. Proprio per questo, dal 1° gennaio 2026 cambieranno alcune regole fondamentali della legge 104: i congedi diventeranno più lunghi, i permessi retribuiti aumenteranno e le procedure per ottenerli saranno più semplici; le nuove misure  non solo riguarderanno chi è direttamente colpito da patologie oncologiche, croniche o invalidanti, ma anche i familiari che si fanno carico dell'assistenza. L'obiettivo è  quello di garantire che la malattia non significhi anche perdita del lavoro o isolamento, ma che il tempo necessario per curarsi e per prendersi cura venga riconosciuto e tutelato.

Congedo fino a 24 mesi per dipendenti e familiari

La principale novità riguarda l'estensione del congedo retribuito. Chi ha un'invalidità riconosciuta almeno al 74% potrà assentarsi dal lavoro fino a un massimo di 24 mesi, continuativi o frazionati; il congedo può essere richiesto sia per esigenze personali legate alla malattia sia per assistere un familiare con disabilità. Al rientro, il lavoratore avrà diritto, quando possibile, a un accesso prioritario allo smartworking, in modo da facilitare la ripresa dell’attività professionale senza rinunciare alle cure.

Tutele anche per i lavoratori autonomi

Per i lavoratori autonomi colpiti da queste patologie è poi prevista la sospensione della prestazione lavorativa fino a 300 giorni all'anno, pari a oltre nove mesi. Durante questo periodo, il rapporto con il committente resta in essere, ma l'esecuzione è congelata, consentendo al lavoratore di concentrarsi sulle cure.

Procedure più snelle per la richiesta

Tra le novità ci sarebbe poi anche la semplificazione delle procedure di richiesta del congedo; basterà infatti la certificazione del medico di base o del medico specialista che ha in cura il paziente, trasmessa attraverso il sistema elettronico del certificato di malattia legato alla Tessera sanitaria; questo meccanismo è stato pensato per ridurre i tempi e alleggerire il peso burocratico che spesso rallenta l’ottenimento dei permessi.

Più ore di permesso retribuito per visite ed esami

Alle ore già previste dalla normativa vigente si aggiungono poi ulteriori 10 ore all'anno di permesso retribuito; queste potranno essere utilizzate per visite specialistiche, esami strumentali, analisi di laboratorio o per cure mediche frequenti. Nel settore privato, il datore di lavoro anticiperà l'indennità, che potrà poi recuperare tramite conguaglio contributivo. Anche i caregiver familiari potranno beneficiare di questo ampliamento, avendo così maggior tempo retribuito da dedicare all’assistenza.

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