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Come sarà la Fase 2 secondo l’Unione europea

L’Unione europea ha presentato una serie di linee guida ai Paesi membri per coordinare l’avvio della Fase 2, quella di graduale riapertura dopo il lockdown causato dall’emergenza coronavirus. “Insieme, impariamo l’uno dall’altro e aiutiamo la nostra Unione europea ad uscire dalla crisi”, ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presentando la roadmap.
A cura di Annalisa Girardi
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La Commissione europea ha pubblicato una serie di linee guida comuni per l'avvio della Fase 2: queste sono state presentate in conferenza europea dalla presidente dell'esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, e dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. "Le misure restrittive adottate dagli Stati membri sono state cruciali per ridurre il numero dei nuovi contagi, e ciò ha aiutato il nostro sistema sanitario a fronteggiare l'emergenza. Ma questi provvedimenti hanno un prezzo enorme", ha detto von der Leyen, aggiungendo che la pubblicazione di queste linee guida non vuole in alcun modo suggerire che le misure restrittive possano essere revocate.

"Piuttosto, cerchiamo di fornire agli Stati membri una cornice nella quale sia più semplice prendere le decisioni necessarie. In generale, raccomandiamo un approccio graduale in cui ogni azione intrapresa venga costantemente monitorata", ha aggiunto la presidente della Commissione Ue. Per poi illustrare i tre requisiti che ogni Stato dovrebbe soddisfare nel momento in cui decide di allentare le misure contenitive: un significativo calo nella diffusione del coronavirus, una capacità sufficiente da parte del sistema sanitario nella gestione dei contagi, e infine un adeguato programma di sorveglianza e monitoraggio che sia in grado di tenere sotto controllo la situazione.

"Salvare vite umane e proteggere i cittadini europei dal coronavirus è la nostra priorità. Ma allo stesso tempo dobbiamo guardare avanti e concentrarci nel salvare anche il nostro sostentamento. Anche se tra i Paesi membri le condizioni dell'emergenza tendano a variare molto, tutti gli Europei si chiedono giustamente quando e in che ordine le misure di distanziamento sociale verranno revocate", ha detto von der Leyen in conferenza stampa. Ed è proprio per rispondere a queste domande che la Commissione ha disegnato un piano di criteri per guidare gli Stati dell'Ue nell'avvio della Fase 2.

Anche se, come detto, le tempistiche saranno differenti all'interno dell'Unione, bisogna comunque assicurare un approccio europeo. Per questo le direttive Ue chiedono a tutti i Paesi membri di fare affidamento a una prospettiva comune nell'uscita dal lockdown, che sia basata su un equilibrio tra necessità medico-scientifiche e bisogni socio-economici, sulla coordinazione con gli altri Stati Ue per evitare effetti negativi e sulla solidarietà europea.

La Commissione ha anche fornito una serie di suggerimenti pratici per l'avvio della riapertura. Per prima cosa si sottolinea come questa debba essere graduale: le misure contenitive devono in questo senso essere revocate una alla volta, assicurando abbastanza tempo tra l'una e l'altra per il monitoraggio degli effetti. Inoltre, alle disposizioni generali, ne vanno affiancate di specifiche: ad esempio, nel ritorno alla normalità si dovrebbe comunque continuare a proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione con misure apposite. E ancora: mentre riparte a pieno regime il sistema di trasporti, andrebbero implementate operazioni di sanificazione straordinarie.

Sulla ripresa delle attività lavorative, la Commissione rimarca l'importanza di continuare a sostenere un approccio basato sul tele-lavoro o su una turnazione che limiti l'affollamento in fabbriche e uffici in modo da evitare l'affollamento nelle fabbriche e negli uffici. Per gli assembramenti nei luoghi pubblici, bisognerebbe procedere a seconda dell'importanza, e cominciare quindi a riaprire scuole e università, per poi passare ai negozi, ai ristoranti e locali, e infine agli eventi che vedono una grande partecipazione.

Per quanto riguarda i controlli ai confini, si sottolinea che le restrizioni agli spostamenti dovrebbero considerare l'evolversi dell'epidemia nelle varie Regioni, per poi arrivare a riaprire i confini dell'Ue in una seconda fase, quando anche la diffusione del virus al di fuori dello spazio Schengen sia sotto controllo. Ad ogni modo, andranno comunque incoraggiate campagne di sensibilizzazione affinché i cittadini continuino a praticare le norme di igiene personale e distanziamento sociale che evitino una nuova diffusione del virus. E infine, mentre pianificano il ritorno alla normalità, gli Stati dell'Ue devono anche iniziare a lavorare al piano di ricostruzione economica. 

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