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L’annuncio di Luigi Di Maio: “Legge sui rider pronta, sarà inserita in norma su salario minimo”

Il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, annuncia che la norma sui rider “è pronta” e che verrà inserita, probabilmente, nella legge sul salario minimo che verrà discussa prossimamente in Parlamento. La volontà del vicepresidente del Consiglio, in realtà, è quella di accelerare i tempi inserendo il provvedimento nel decreto crescita.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, annuncia che la norma sui riderè pronta”. Il provvedimento, secondo quanto assicura il capo politico del Movimento 5 Stelle in un post su Facebook, sarà “inserito nella legge sul salario minimo che è in discussione in questi giorni al Senato”. E non è detto, per il ministro del Lavoro, che non si possano accelerare i tempi: “Se potremo, proveremo a farla diventare legge anche prima, inserendola nella fase di conversione del ‘decreto crescita’ ma su questo ci sarà bisogno dell’autorizzazione dei presidenti delle Camere”.

Di Maio ricorda che la discussione della norma sui rider non è in effetti una novità assoluta:

Ci avevamo già provato nel decreto reddito di cittadinanza, ma la norma era stata esclusa per estraneità di materia. Inoltre un disegno di legge ad hoc richiederebbe troppo tempo. Purtroppo la ‘norma riders’ non è stata varata subito, perché prima di approvarla abbiamo voluto provare in tutti i modi la strada della concertazione: siamo riusciti a far sedere attorno ad un tavolo le aziende di food delivery, le associazioni dei rider e le parti sociali, ma alcune divergenze incolmabili non ci hanno permesso di approdare alla sottoscrizione di un accordo.

La norma sui riderche stiamo per approvare – prosegue Di Maio – ha l'obiettivo di tutelare lavoratori il cui stipendio dipende da un algoritmo e che non hanno tutele minime. La strada che rivoluziona il mondo della gig economy è ormai tracciata. I lavoratori del terzo millenio avranno finalmente più diritti e tutele tra cui: copertura Inail per gli infortuni; migliore contribuzione Inps che supera la gestione separata; divieto di retribuzione a cottimo”. Il ministro del Lavoro riconosce che si poteva “fare prima”, ma “una norma molto specifica e innovativa va approntata con attenzione. Quindi sebbene non andato a buon fine, il tavolo di concertazione era doveroso per provare a mediare tra le parti in campo. Presto quei ragazzi potranno finalmente essere definiti lavoratori e non sfruttati”.

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