Lampedusa, barca di migranti si ribalta al largo: tra le vittime anche una neonata, si cercano i dispersi

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Un'altra tragedia nel Mediterraneo centrale, dove le giornate sembrano scandite sempre dalla stessa tragica alternanza: partenze nella notte, avvistamenti al mattino, soccorsi difficili e, troppo spesso, vite spezzate. È una sequenza che non lascia tregua, e che oggi si ripete a circa 13 miglia a sud-ovest di Lampedusa, dove un barchino carico di migranti si è ribaltato, causando 20 morti e per ora 27 dispersi: tra le vittime ci sarebbe anche una neonata. Le squadre di soccorso sono impegnate in mare aperto, tra onde insidiose e correnti che rendono complicato ogni recupero da parte delle squadre della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Secondo le prime informazioni, sarebbero circa 80 i superstiti. "Profonda angoscia per l'ennesimo naufragio a largo di Lampedusa, dove ora Unhcr sta assistendo i sopravvissuti. Sarebbero 20 i cadaveri ritrovati e altrettanti i dispersi. Fino a oggi sono stati 675 i morti dall'inizio dell'anno nel Mediterraneo centrale. Rafforzare le vie legali" ha dichiarato l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
"Esprimo la mia solidarietà alle vittime di questa ennesima strage frutto di una politica governativa in Italia che criminalizza e blocca i salvataggi in mare da parte delle Ong", ha detto invece Leoluca Orlando, europarlamentare di Avs.
"Una politica che ostacola con ogni espediente il doveroso soccorso in mare ed affida il respingimento e il trattenimento in lager a cielo aperto in Libia migliaia di migranti ad accordi con le cosiddette autorità libiche criminali e torturatori come Almasri", ha poi concluso.
Appena ieri il veliero Astral dell'Ong Open Arms aveva intercettato un'imbarcazione di ferro partita da Sfax, in Tunisia, con 51 persone a bordo: ventuno erano minori, tre neonati di appena sei o sette mesi, e due giovanissime donne incinte. Molte delle persone salvate presentavano disidratazione, ipotermia e ustioni da carburante; un salvataggio che si aggiungeva già a quello compiuto poche ore prima dallo stesso equipaggio, con altre 40 vite strappate al mare. E solo due giorni fa la nave Life Support di Emergency aveva completato invece a Savona lo sbarco di 146 migranti salvati tra il 6 e il 7 agosto in tre operazioni diverse.
Un bilancio drammatico nel 2025
L’episodio si inserisce in un quadro estremamente grave: secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dall’inizio dell’anno fino al 9 agosto, nel Mediterraneo centrale sono morte infatti almeno 370 persone e altre 300 risultano disperse. Nello stesso periodo, oltre 14mila migranti sono stati intercettati in mare e riportati in Libia: tra loro, più di 12mila uomini, circa 1.300 donne, oltre 450 minori e 145 persone di cui non sono disponibili dati anagrafici completi.
Una rotta ad alto rischio
La rotta del Mediterraneo centrale, che collega le coste nordafricane all’Italia, continua a essere una delle più pericolose al mondo per chi tenta la traversata. Il naufragio di Lampedusa conferma ancora una volta la fragilità delle imbarcazioni utilizzate e la disperazione di chi affronta il viaggio, spesso affidandosi a trafficanti senza scrupoli.