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La (vera) storia dei soldi dello Stato per le diete vegetariane

Approvato alla Camera il DDL Sprechi, presentato dall’Onorevole Maria Chiara Gadda del Partito Democratico. Nell’ambito dell’esame della proposta di legge, stamane sembrava essere stato approvato anche un emendamento che avrebbe stanziato un fondo da 3 milioni di euro da utilizzarsi per la promozione dell’educazione vegetariana, “per contrastare l’eccessivo consumo di carni animali”. In realtà l’emendamento non è passato, il Ddl sprechi non c’entra nulla e il fondo esiste, ma è europeo e riguarda progetti differenti.
A cura di Charlotte Matteini
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Il "Ddl sprechi", la proposta di legge dedicata alla regolamentazione dell'uso delle risorse e del recupero dei cosiddetti "sprechi" alimentari e farmaceutici, presentata dalla deputata del Partito Democratico, Maria Chiara Gadda, è stata approvata dalla Camera. Sostanzialmente, il fine della proposta di legge di cui l'Onorevole Gadda è prima firmataria si propone di regolamentare tutti quei processi che attualmente rendono difficile, se non quasi impossibile, il recupero di risorse alimentari e prodotti farmaceutici ancora potenzialmente riutilizzabili. Tra le  novità che la pdl introduce si trovano, non solo l'inserimento di tutta una serie di incentivi fiscali che andrebbero ad incoraggiare comportamenti virtuosi di imprese e associazioni, ma anche lo stanziamento di fondi da utilizzarsi per la promozione di campagne di sensibilizzazione –  ad esempio la legge imporrà alla Rai di destinare una quota oraria dedicata alla promozione di comportamenti atti a contrastare il fenomeno degli sprechi alimentari.

E proprio in relazione a questi fondi da stanziare, questa mattina sembrava fosse stata approvata una grossa novità . In questi ultimi due giorni, infatti, all'esame della Camera sono passati i vari emendamenti presentati dai deputati, e tra le varie "aggiunte" sembrava essere passata una modifica al testo originale di legge, la quale recitava: "Al comma 2, primo periodo, dopo la parola: indigenti, aggiungere le seguenti: nonché, in tema di educazione alimentare, a promuovere le diete alimentari caratterizzate dal consumo di prodotti di origine vegetale, in considerazione dei forti impatti sulle risorse naturali connessi al consumo di carne".

In parole povere, l'emendamento "fantasma" sembrava prevedere l'introduzione di un fondo da 3 milioni di euro per l'insegnamento e la promozione delle basi di educazione vegetariana, per contrastare l'eccessivo consumo di carni animali. Uno stanziamento che avrebbe potuto potenzialmente aizzare la polemica e creare infinite discussioni tra le due fazioni contrapposte: onnivori contro vegetariani e vegani. In realtà, l'emendamento presentato dall'Onorevole Mirko Busto del M5S non è passato. Anzi, come dichiarato dallo stesso deputato, nessun emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle è stato approvato.

Ma se la modifica non è passata, per quale motivo la notizia ha iniziato a girare in rete? Presto detto: in pratica, il 14 marzo, al Parlamento europeo è passata una proposta, sempre del Movimento 5 Stelle, relativa più o meno allo stesso tipo di argomento: promuovere stili di vita sani all'interno delle istituzioni scolastiche. Sul Blog di Beppe Grillo si legge:

Il M5S in Europa, col suo portavoce Marco Zullo, invece che alle trovate pubblicitarie ha voluto agire sui fatti. Il programma per portare frutta, verdura e latte nelle mense scolastiche è stato approvato dalla plenaria del Parlamento Europeo, rispettando tutti i requisiti chiesti dal Movimento 5 Stelle: sostenibilità, stagionalità, km zero, criteri etici nella selezione dei prodotti e niente additivi.

All'Italia andranno circa 16,7 milioni per i programmi di frutta e verdura, più altri 8 per quelli relativi al latte, per un totale di quasi 25 milioni. Contro i 21,5 milioni complessivi del 2015. Buone notizie anche per quanto riguarda l'elenco dei prodotti da distribuire. Il testo, grazie alla richiesta del Parlamento caldeggiata dal M5S, ora chiarisce che gli Stati membri diano priorità alla distribuzione di prodotti freschi rispetto a quelli trattati, al fine di incoraggiare abitudini alimentari più sane tra i bambini.

Insomma, il qui pro quo pare sia nato per questo: mentre in Europa, veniva approvata questa proposta targata M5S, in Italia era in corso la votazione relativa al Ddl contro gli sprechi alimentari e tra i vari emendamenti, era presente uno che poteva ricordare quello recentemente approvato dalla plenaria di Parlamento Europeo. Tornando al Ddl sprechi: la proposta di legge è stata approvata, ma l'iter non è comunque ancora terminato e proseguirà, passando ora al Senato per l'approvazione definitiva.

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