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La vera emergenza dell’Italia si chiama sanità, ma il governo dorme (o pensa ai maranza)

I casi del San Raffaele di MIlano e del Sant’Eugenio di Roma dimostrano senza ombra di dubbio che la sanità – pubblica e privata – è il grande malato del sistema Italia. Ma il governo fa di tutto per non parlarne, o per pensare ad altro.
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Due indizi fanno una prova. Al San Raffaele di Milano il ceo dell’ospedale si è dimesso dopo che l’affidamento del reparto di medicina intensiva a una cooperativa esterna di infermieri aveva generato disastri a catena, da farmaci scambiati ad altri somministrati in dosi dieci volte superiori al normale. Nelle stesse ore, al Sant’Eugenio di Roma, è stato arrestato in flagranza di reato il primario di nefrologia Roberto Palumbo, che in cambio di tangenti indirizzava i pazienti dimessi ma ancora bisognosi di terapia, ad alcune strutture private per l’emodialisi.Possono sembrare due casi isolati, due mosche bianche, ma non lo sono.

Primo: perché parliamo di due realtà che fino a qualche giorno fa avremmo definito “eccellenze” della sanità italiana: il fiore all’occhiello della sanità privata lombarda e il super luminare romano. Se queste sono le eccellenze, figuratevi il resto.

Secondo: perché il caso del San Raffaele scoperchia la ormai endemica carenza di personale medico e infermieristico, che – nel migliore dei casi – costringe gli ospedali ad affidarsi a cooperative con personale del tutto inadeguato al ruolo. Negli ultimi vent’anni, il sistema sanitario italiano ha perso 180mila addetti, tra medici e infermieri, tanto per dare due numeri.

Terzo: perché Il caso del Sant’Eugenio, invece, ci racconta in modo didascalico il rapporto malsano tra pubblico e privato, che sovente genera una sanità che è pubblica e universale solo in teoria, ma che in pratica è a misura dei ricchi, di chi ha la fortuna di avere un’assicurazione sanitaria. Per tutti gli altri, liste d’attesa infinite, fino a che non rinunciano a curarsi: sei milioni di persone solo nell’ultimo anno, ci dice impietosamente l’Istat.

Quarto: perché mentre gli italiani smettono di curarsi e la sanità pubblica viene regolarmente definanziata, i profitti della sanità privata sono in crescita costante, trainati proprio dalla crescente spesa dei cittadini – superiore ai 40 miliardi nel 2023- la cui causa è da ricercare proprio nelle infinite liste d’attesa.

Quinto: perché di fronte a tutto questo, e dopo una pandemia, è surreale che la sanità non sia in cima ai pensieri di chi ci governa, scavalcata costantemente da finte emergenze come i rave, i maranza, gli ambientalisti che imbrattano i monumenti, l’ideologia gender, la Russia che ci vuole invadere. Delle due, una: o sono completamente scollegati dalla realtà, oppure stanno deliberatamente nascondendo il problema, a beneficio dei re della sanità privata che siedono con loro in parlamento e controllano i giornali che li aiutano a fare propaganda.

Quale delle due, secondo voi?

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019) e"Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024). Il suo ultimo libro è "Il nemico dentro. Caso Paragon, spie e metodi da regime nell'Italia di Giorgia Meloni" (Rizzoli, 2025)
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