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Guerra in Ucraina

La Russia, l’Ucraina e il pacifintismo di Salvini: il fochista con l’accendino sempre in tasca

Io me le ricordo tutte le tue dichiarazioni: “Putin è uno dei migliori uomini di governo che ci siano in questo momento sulla faccia della Terra”, ricordi quando lo dicesti?
A cura di Saverio Tommasi
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Matteo Salvini
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Ehi, tu.
Sì, dico proprio a te, che chiami i lager libici "centri all'avanguardia", e le torture "retorica".

Tu che oggi ti scopri pacifintista, depositando i fiori di fronte all'ambasciata ucraina ma nell'aria ancora l'eco della tua frase "io credo che la Russia sia sicuramente molto più democratica dell'Unione Europea".

Dico proprio a te, Matteo Salvini, che per anni hai soffiato sul fuoco della delegittimazione delle istituzioni europee.
Tu, che hai urlato "io farei a cambio e porterei Putin nella metà dei Paesi europei", e oggi biascichi sulla parola pace e vorresti insegnarla dal basso delle tue scommesse politiche fallite.

Tu, che hai puntato sulla roulette del disfacimento dell'Europa, e prima ancora della secessione dall'Italia della Padania, poi sull'indipendenza, salvo poi riscoprirti nazionalista e andare a cena con Casa Pound.
Tu, che hai cantato "senti che puzza, scappano i cani, stanno arrivando i napoletani", e oggi ti ergi a insegnante contro le discriminazioni territoriali, e pretendi di non suscitare riprovazione.

Dai, raccontacela ancora la barzelletta per cui i profughi bianchi sono più profughi degli altri.

Dico a te, Matteo Salvini, che hai deambulato per anni fra l'incendiario sociale e le bevute al Papeete.
Elefante fra la cristalleria sociale, sei entrato cavalcando la Bestia e hai frantumato le speranze degli uomini più frangibili, appoggiando sempre "l'uomo forte", con il pugno di ferro, ma solo quello.
Io me le ricordo tutte le tue dichiarazioni: "Putin è uno dei migliori uomini di governo che ci siano in questo momento sulla faccia della Terra", ricordi quando lo dicesti?
O quando pontificavi: "Se avessimo Putin anche in Italia staremmo sicuramente meglio".

Tu che oggi dici di voler partire per l'Ucraina, poi valuti le condizioni, poi scherzavi, poi era il tuo ufficio stampa, infine decidi di fare un altro post su un nero che ruba, perché nell'attesa di un missile risolutivo, quel post ha sicuramente un signor algoritmo che lo aspetta.

Tu che proponi "la pace" ma in questi anni sei stato in grado soltanto di fare la guerra agli ultimi.
Tu che hai chiuso porti, bloccato ricongiungimenti familiari e fatto il pizzicorino all'algoritmo, cercando l'ultima notizia di cronaca di un paesino sperduto, e poi hai esultato alla scoperta di un gatto randagio arrostito da un immigrato da poter condividere.
Proprio tu oggi parli di mediazione e di trattativa. Come se Crudelia De Mon tenesse una conferenza stampa contro l'abbandono degli animali da affezione.

Tu, che hai alternato panini, sagre e magliette con la faccia di Vladimir Putin.
Tu, che sei volato a Mosca per fare le dirette dalla piazza Rossa elogiando un dittatore, fra una sagra della porchetta e una bambola gonfiabile fra le mani di un presentatore leghista che ammiccava a Laura Boldrini, e le risate del tuo pubblico prima del tuo ingresso.

Dico a te, Matteo Salvini, che ti scopri accogliente con i profughi, ma solo quelli bianchi. Che come dice la tua parlamentare Susanna Ceccardi, altrimenti finisce che "tutti gli africani passano dall'Ucraina per entrare in Europa". Che sarebbe come dire che per andare a Parigi passo comodamente dall'Australia.

Matteo Salvini sei un fochista, un incendiario, per anni sei stato il paravento in Europa della politica di Vladimir Putin, e oggi non sei credibile quando ti ergi a pacificatore. Ogni tua azione oggi non può prescindere dalle scuse e dal silenzio politico perpetuo. Sono semplicemente troppi, trent'anni di dichiarazioni fallaci per poter essere sopportati o dimenticati.

Matteo Salvini, ti saluto ricordandoti una tua frase, urlata qualche tempo fa in uno studio televisivo nazionale, irridendo i tuoi stessi spettatori: "Qualcuno in questo studio, o a casa, ha paura di essere invaso dai russi stanotte? Ma non penso!"
Matteo Salvini ti rivelo un segreto: tutti noi abbiamo paura, ieri e oggi. E' la paura della consapevolezza, perché certi timori non sono da codardi, ma da chi conosce l'imprevedibilità delle dittature, e la difficoltà di rovesciarle senza scatenare la terza guerra mondiale.

Pensaci, se l'azione per una volta ti aggrada.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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