La Russa junior si propone come presidente dell’Aci: “Da piccolo correvo con i go-kart”

L'avvocato Antonino Geronimo La Russa, figlio del presidente di Palazzo Madama, è intervenuto in audizione alla commissione Trasporti della Camera dei deputati nell'ambito dell'esame della proposta di nomina per lui a presidente dell'Automobile Club d'Italia, incarico a cui aspira da tempo.
Si tratta, come ha messo bene in evidenza, di una poltrona molto ambita, visto che conta una platea di oltre un milione e duecentomila soci, e dunque potrebbe diventare un grosso bacino elettorale. Anche perché l'Aci, scrive l'Espresso "controllando 11 società (e i relativi consigli di amministrazione) è un poltronificio dove sistemare gli amici, e gli amici degli amici. E i figli". Controllare l'Aci sarebbe anche vantaggioso perché l'ente potrebbe rappresentare anche un bancomat per i conti pubblici: le sue entrate, e quelle delle partecipate, ammontano a centinaia di milioni all’anno.
Per ottenere l'incarico, l'avvocato La Russa ha provato ad utilizzare argomenti convincenti, per dimostrare di poter svolgere il ruolo dei presidente nazionale dell'Automobile Club: "Credo sia utile e doveroso fare alcuni cenni sulla mia storia personale e professionale. Non arrivo qui per caso, ma tramite un percorso lungo e coerente", ha dichiarato.
"Io mi occupo di auto fin da ragazzino, correvo con i go-kart, ahimè con scarsi risultati sportivi ma con grandissima passione, ho continuato con il mondo dei rally e ho fatto qualche gara in pista, ma presto capii che il mio talento non era collegato al volante ma al fare qualcosa per il mondo del motorsport", ha spiegato ancora La Russa. Così, ha raccontato in commissione, "16 anni fa mi sono candidato per la prima volta al Consiglio dell'Automobile Club di Milano risultando il più votato di tutti e diventando vicepresidente. Da lì ho fatto quattro volte il rinnovo al Consiglio, con due mandati da vicepresidente e due da presidente".
"Avendo un cognome noto – ha continuato il figlio del presidente del Senato – da subito sono stato additato di essere l'emanazione di chissà cosa ed essere lì chissà perché, ma ho dimostrato con il tempo che il mio colore era semplicemente il blu dell'Aci, di essere lì per la mia passione per il mondo del motorsport e per il sistema dei trasporti, battendomi da subito per la neutralità tecnologica, tema che oggi è diventato di attualità. Sono stato eletto unanimemente da tutti i presidenti degli Automobile Club della Lombardia come loro rappresentante e poi sono diventato vicepresidente nazionale: non arrivo qui per caso, ma tramite un percorso lungo e coerente".
In merito alla sua nomina a presidente dell'Aci ha aggiunto: "mi auguro di poter presto iniziare un percorso, ormai con l'anno nuovo, che veda l'Aci al fianco delle istituzioni in un giusto equilibrio di tutte le sue anime peculiari e nell'assoluta tutela di tutti i lavoratori presenti".