La Puglia ha interrotto i rapporti con il governo Netanyahu per il “genocidio di inermi palestinesi”

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha inviato una lettera a tutti i dirigenti e dipendenti della Regione, delle sue agenzie e società partecipate, invitandoli a tagliare i ponti con il governo di Netanyahu. Emiliano ha anche condiviso la sua presa di posizione sui social.
"A causa del genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del governo Netanyahu, da oggi – si legge – vi invito a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto governo e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di Gaza".
"Questa – viene sottolineato nella lettera – è una posizione che viene assunta nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi israeliani ed ebrei di tutto il mondo che stanno condannando il governo Netanyahu".
Mentre le opposizioni, Pd, M5s e Avs, dopo aver presentato una mozione unitaria per chiedere lo stop delle operazioni militari, si preparano alla manifestazione contro il massacro a Gaza del prossimo 7 maggio, alla vigilia dei referendum, da parte della Regione Puglia è arrivato un forte segnale di dissenso nei confronti del governo Meloni. Ieri il ministro degli Esteri Tajani, durante l'informativa in Parlamento, ha intimato al governo Netanyahu di interrompere l'escalation nella Striscia, ma ha continuato a dichiararsi "amico" di Israele. Successivamente, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Ciriani, durante un question time, ha dichiarato che il governo italiano non intende revocare il memorandum d’intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa con Israele, aggiungendo che il rinnovo dell’accordo è previsto per l’aprile del 2026.
La decisione della Puglia, la prima iniziativa di questo tipo da parte di una regione italiana, era stata preceduta oggi pomeriggio dall'approvazione in Consiglio comunale, a Bari, di un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo della maggioranza (partiti e movimenti di centrosinistra più Movimento Cinque Stelle) che sostiene il sindaco Vito Leccese.
Con l'ordine del giorno "l'amministrazione dichiara non gradita, anche per le prossime edizioni della Fiera del Levante e nei Saloni specializzati, la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele, o di suoi rappresentanti, sino a quando non porrà fine all'intervento militare nella Striscia di Gaza e alla violazione dei diritti umani della popolazione civile".
Martedì scorso, invece, è stato organizzato un flash-mob davanti al Consiglio regionale pugliese e, a seguire, c'è stata la presentazione di una mozione da parte di consiglieri di centrosinistra e Movimento Cinque Stelle, con la quale si impegnava la giunta regionale, anche "ad interrompere tutti gli scambi commerciali ed i progetti di cooperazione tra tutte le articolazioni della Regione Puglia e Israele, con le aziende, col mondo accademico e con i centri di ricerca israeliani".
Iniziative politiche che seguono le manifestazioni del 24 maggio scorso che hanno interessato tante città italiane: da Roma a Milano, ma anche Firenze e Bologna, dove nelle piazze e alle finestre sono stati stesi per terra o appesi lenzuoli bianchi, a simboleggiare i sudari nei quali vengono avvolte le vittime nella Striscia di Gaza.