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Opinioni

La politica costa ancora 23,2 miliardi l’anno, 757 euro a contribuente

È la Uil a diffondere i risultati del terzo rapporto sui costi della politica, con Angeletti che attacca: “Ci vuole più coraggio nei tagli, quanto fatto finora non basta”.
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Nel momento in cui il Governo sceglie di modificare la disciplina del finanziamento ai partiti, con la fine del finanziamento pubblico diretto e l'impostazione del nuovo sistema che prevede il 2×1000 e le detrazioni sulle donazioni, è la Uil a segnalare come in realtà i costi della politica nel suo complesso siano ancora incredibilmente elevati. L'occasione è data dalla presentazione del terzo rapporto sui costi della politica, con la diffusione di dati estremamente significativi che contribuiscono alla discussione in corso, non solo per quel che riguarda la spending review. Secondo la Uil, infatti, "osti della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,2 miliardi, tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi (per mancati risparmi) derivanti dalla "sovrabbondanza" del sistema istituzionale".

Come spiegato dal comunicato, infatti: "Per il funzionamento degli organi istituzionali (Stato centrale e Autonomie territoriali), nel 2013 si stanno spendendo oltre 6,1 miliardi, in diminuzione del 4,6% rispetto all'anno precedente (293,3 milioni in meno); per le consulenze 2,2 miliardi e per il funzionamento degli organi delle società partecipate, 2,6 miliardi; per altre spese 5,2 miliardi; per il sovrabbondante sistema istituzionale 7,1 miliardi". Dati che assumono un valore simbolico maggiore soprattutto se condiderati per singolo contribuente: il costo "a persona" ammonta a 757 euro annui, per un totale comparabile a 1,5 punti percentuali del prodotto interno lordo. Cifre che vanno lette considerando che sono circa 1,1 milioni le persone che gravitano (direttamente o indirettamente) intorno all'universo politico e che rappresentano circa il 5% del totale degli occupati del Paese. In particolare, sono oltre mille i parlamentari (tra nazionali ed europei), 1270 i presidenti, assessori e consiglieri regionali; 3.446 presidenti, assessori e consiglieri provinciali; 138.834 sindaci, assessori e consiglieri comunali.

A questi numeri, si aggiunge lo sterminato campo dei dipendenti / consulenti / collaboratori degli "apparati politici", con oltre mezzo milione di persone che hanno contratti di diverso tipo per incarichi o consulenze. Il giudizio della Uil in merito è piuttosto netto ed è affidato alle parole del segretario Angeletti: "Ci vorrebbe più coraggio da parte della politica italiana per ridare forza e credibilità al proprio ruolo, con delle vere riforme atte a riordinare e semplificare l'assetto istituzionale del Paese. Da questo punto di vista, non è più rinviabile la revisione del Titolo V della Costituzione, così come non sono più rinviabili la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto e l'approvazione di un disegno organico dell'ordinamento degli enti territoriali basato su ‘chi fa cosa' tra Stato e autonomie".

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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