La moglie di Di Stefano (PD): “La sua passione? I festini hard a base di alcol”

L'ex moglie del deputato del Partito Democratico Marco Di Stefano, indagato per una tangente di 2 milioni di euro, ha vuotato il sacco e raccontato ai magistrati la "passione proibita" del marito: organizzare festini a base di alcol, con la presenza di bellissime donne, in una cascina dei Castelli Romani, per l'esattezza a Grottaferrata. Una vicenda del tutto privata, certo, che tuttavia mette non poco in imbarazzo dopo le ben più pesanti accuse mosse al democratico dalla Procura di Roma: quelle di aver accettato tangenti per quasi due milioni di euro. L'indagine ruota intorno a due personaggi, i fratelli Daniele Antonio Pulcini, costruttori romani già inquisiti per aver tentato, tramite delle mazzette, di pilotare degli appalti .
Un "vecchio vizio" confermato con Marco Di Stefano, a cui i fratelli avrebbero versato 1milione e 800mila euro (più 300mila per il suo collaboratore) quando il politico del PD era assessore al Demanio nella giunta guidata da Piero Marrazzo. Secondo l'accusa la mazzetta sarebbe servita per compensare il favore di aver fatto affittare alla società della Regione “Lazio Service” due palazzi dei Pulcini al prezzo (“stellare” dice il Corriere della Sera) di 3 milioni e 725 mila euro ciascuno. Sulla base di questo contratto gli immobili furono poi ceduti all’Enpam, facendo realizzare ai fratelli Pulcini un guadagno del 50% del valore reale. I quasi due milioni di euro, secondo le intercettazioni effettuate dagli inquirenti, vennero consegnati in alcune valigette: la Procura sospetta che il denaro provenisse da appositi fondi neri esteri. Inoltre le intercettazioni telefoniche farebbero emergere altri dettagli raccapriccianti: in una, ad esempio, Di Stefano avrebbe ammesso l'esistenza di attività illecite per essere eletto alla Camera dei Deputati: "Ho fatto le primarie con gli imbrogli", dichiara esplicitamente.