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Guerra in Ucraina

La Farnesina ai cittadini italiani: “Non andate a combattere in Ucraina, rischiate sanzioni penali”

Relativamente “alla partecipazione di cittadini italiani al conflitto in Ucraina, la Farnesina ricorda che tali condotte possono essere considerate penalmente rilevanti ai sensi della normativa vigente”: è quanto si legge in una nota.
A cura di Annalisa Girardi
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"In merito alle notizie apparse su alcuni organi di informazione relative alla partecipazione di cittadini italiani al conflitto in Ucraina, la Farnesina ricorda che tali condotte possono essere considerate penalmente rilevanti ai sensi della normativa vigente (articoli 244 e 288 del codice penale). La Farnesina ribadisce, a tutela della sicurezza dei cittadini italiani, l'assoluto sconsiglio a recarsi nel Paese": è quanto si legge in una nota pubblicata oggi sul sito del ministero degli Esteri. Il riferimento sembra chiaramente alla notizia diffusa in questi giorni dell'arruolamento di Giulia Schiff, ex pilota espulsa dall’Aeronautica militare dopo la denuncia di episodi di nonnismo, come volontaria in Ucraina nelle Forze Speciali della Legione Internazionale.

Secondo l'articolo 244 del codice penale "chiunque, senza l'approvazione del Governo, fa arruolamenti o compie altri atti ostili contro uno Stato estero, in modo da esporre lo Stato italiano al pericolo di una guerra, è punito con la reclusione da sei a diciotto anni; se la guerra avviene, è punito con l'ergastolo". E ancora: "Qualora gli atti ostili siano tali da turbare soltanto le relazioni con un Governo estero, ovvero da esporre lo Stato italiano o i suoi cittadini, ovunque residenti, al pericolo di rappresaglie o di ritorsioni, la pena è della reclusione da tre a dodici anni. Se segue la rottura delle relazioni diplomatiche, o se avvengono le rappresaglie o le ritorsioni, la pena è della reclusione da cinque a quindici anni".

Invece, l'articolo 288 afferma che "chiunque nel territorio dello Stato e senza approvazione del Governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da quattro a quindici anni" e che "la pena è aumentata se fra gli arruolati sono militari in servizio, o persone tuttora soggette agli obblighi del servizio militare".

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