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La deputata No Vax Cunial sposta l’ufficio davanti alla Camera per protestare contro il Green Pass

La deputata No Vax Sara Cunial ci riprova: per protestare contro l’obbligo di green pass, in vigore anche per i parlamentare che entrano a Montecitorio, ha allestito simbolicamente il suo ufficio in piazza.
A cura di Annalisa Cangemi
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La deputata No Vax Sara Cunial torna a far discutere: la parlamentare ex M5s ha allestito simbolicamente una postazione davanti alla Camera, per protestare contro l'obbligo di Green Pass in vigore a Montecitorio. Un ufficio periferico, per dimostrare che le leggi le impediscono di svolgere la sua normale attività.

Cunial non accetta l'obbligo di esibire la certificazione verde semplice, quella che si ottiene con il vaccino, la guarigione dal Covid o con il tampone. Per questo ha organizzato la sua postazione, con tanto di cartello in cui campeggia la scritta ‘ufficio parlamentare dell'on. Sara Cunial‘. Davanti all'ingresso della Camera ci sono due sedie da campeggio e un banchetto, e nonostante il freddo la parlamentare non demorde: "Dal 15 ottobre mi è precluso entrare nel palazzo. Che è il mio luogo di lavoro, il mio luogo di rappresentanza istituzionale. Che è però precluso a chi non ha il Green pass. Per questo al momento io sono qui fuori, rimango coerente con la mia posizione".

Già poche settimane fa il suo dissenso aveva portato a una richiesta di sospensiva cautelare dell'obbligo di Green pass. La vicenda è nota: Cunial presentò un ricorso contro la delibera dei deputati questori, e come lei anche altri deputati e dipendenti della Camera, al Consiglio di giurisdizione, il tribunale interno di primo grado di Montecitorio presieduto da Alberto Losacco (Pd), chiedendone una sospensiva immediata, sottolineando la sua esigenza di entrare in Aula per votare. Ma il suo ricorso venne respinto. La deputata a quel punto decise di rivolgersi al presidente del consiglio d’appello di Montecitorio Andrea Colletti (altro ex grillino ora in Alternativa), che invece accolse il ricorso, concedendole temporaneamente di entrare alla Camera senza Green pass. Appena una settimana dopo però il Consiglio di giurisdizione della Camera dei Deputati respinse la richiesta di sospensiva, perché non erano state riscontrate ragioni d'urgenza per sospendere la decisione dei deputati Questori di chiedere la certificazione verde a tutti i deputati.

Dopo giorni di lotta, tra piccoli successi e battute d'arresto, lo scorso 17 dicembre è arrivata un'altra tegola: il Collegio d'Appello della Camera ha bocciato il ricorso presentato contro l'obbligo di Green pass per accedere a Montecitorio e nelle altre sedi del Parlamento presentato dalla deputata, spiegando di non aver individuato alcuna evidente lesione di prerogative parlamentari.

Proprio in questi giorni si stanno definendo le norme per la votazione del prossimo Presidente della Repubblica. C'è chi, come il capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida, sta chiedendo di permettere anche ai positivi di entrare in Aula, per garantire il diritto di voto dei parlamentari, e chi propone di fare tamponi a tutti, anche ai vaccinati. È probabile che alla fine per l'elezione del Capo dello Stato venga richiesto a tutti i grandi elettori il Green pass semplice, e non quello rafforzato. Ma in ogni caso possiamo essere certi che anche in quell'occasione la deputata del Misto non rimarrà impassibile davanti alle nuove norme anti Covid.

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