La delegazione italiana sulla Flotilla non si ferma dopo l’appello di Mattarella: “Andiamo avanti verso Gaza”

Dopo l'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad accogliere la proposta di affidare la mediazione al Patriarcato latino di Gerusalemme, la delegazione italiana della Global Sumud Flotilla comunica che la missione va avanti e smentisce quanto riportato da alcuni giornali nelle ultime ore secondo i quali la componente italiana aveva deciso di scendere dalle barche. "Nonostante i sabotaggi la missione continua. L'attenzione deve essere rivolta a Gaza, dove solo all'alba di oggi sono state uccise altre 44 persone", fanno sapere.
Gli italiani che hanno preso parte alla missione umanitaria per rompere l'assedio e portare gli aiuti alla popolazione palestinese sono in tutto circa 50 persone. Di queste, "40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l'attività insieme all'equipaggio di terra", si legge nel comunicato. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, che ieri è rientrata in Italia per avere un dialogo con le istituzioni.
Nelle scorse ore era emersa la disponibilità da parte del Patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ad attraccare a Cipro e costruire un corridoio umanitario, gestito dalla Chiesa, per facilitare l'arrivo degli aiuti sulle navi della Flotilla a Gaza. Un'iniziativa in cui era stata coinvolta anche la Conferenza episcopale italiana, tramite il presidente, il cardinale Matteo Zuppi. La proposta era stata rilanciata dal Capo dello Stato e i parlamentari del Partito democratico a bordo delle imbarcazioni, Arturo Scotto e Annalisa Corrado, avevano fatto sapere di valutarla con favore.
La posizione della Flotilla però, è stata chiarita sin da subito dalla portavoce italiana, che ha ribadito l'intenzione di raggiungere la Striscia e rompere il blocco navale imposto da Israele. "La missione è complessa e delicata", sottolinea oggi la delegazione italiana. "Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante". L'ultimo attacco si è verificato lo scorso 24 settembre, con droni, bombe sonore e spray urticante che ha raggiunto le navi mentre si trovavano in acque internazionali, vicino Creta.
"A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo". E viene aggiunto che "per queste ragioni, oltre che per altre di natura personale, è assolutamente legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma". Gli attivisti affermano che "ridurre la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all'ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin dall'inizio l'attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale – illegale dal 2007 – di Israele a largo di Gaza, sull'assedio alla popolazione palestinese, sull'occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone". La delegazione italiana "continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza", concludono.
Tajani: "Abbiamo avvisato attivisti dei rischi, nave militare non li scorterà"
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato la decisione della delegazione italiana di rimanere a bordo delle navi dirette a Gaza. "Noi abbiamo detto quali sono i rischi. Lo ha detto il presidente della Repubblica, le sue parole sono inequivocabili, condivido parola per parola quello che ha detto, ed e' quello che gli abbiamo detto dal primo giorno. Fino a che noi possiamo fare qualcosa per scongiurare rischi per i cittadini italiani, lo facciamo", ha dichiarato a Telese Terme, a margine del secondo giorno della festa del partito. "Se poi entrano dentro, li assisteremo la'. Noi tutto quello che possiamo fare lo facciamo, ma la nave militare non gli fa la scorta, questo e' l'unica cosa certa", ha aggiunto.