La cucina italiana è Patrimonio Unesco, Meloni: “Siamo primi al mondo a ottenere questo riconoscimento”

La cucina italiana viene inclusa nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Meloni: “Siamo i primi al mondo ad ottenere questo riconoscimento, che onora quello che siamo e la nostra identità. Perché per noi italiani la cucina non è solo cibo o un insieme di ricette. È molto di più: è cultura, tradizione, lavoro, ricchezza”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Unesco ha riconosciuto la cucina italiana Patrimonio dell'Umanità. La notizia è stata appena annunciata dalla premier Giorgia Meloni. "Siamo i primi al mondo ad ottenere questo riconoscimento, che onora quello che siamo e la nostra identità. Perché per noi italiani la cucina non è solo cibo o un insieme di ricette. È molto di più: è cultura, tradizione, lavoro, ricchezza", ha detto Meloni in un videomessaggio, in occasione del via libera del Comitato riunito a Nuova Delhi.

"Il governo – ha aggiunto la presidente del Consiglio – ha creduto fin dall'inizio in questa sfida e ha fatto la sua parte per raggiungere questo risultato, e ringrazio prima di tutto i Ministri Lollobrigida e Giuli per aver seguito il dossier. Ma è una partita che non abbiamo giocato da soli. Abbiamo vinto questa sfida insieme al popolo italiano, insieme ai nostri connazionali all'estero, insieme a tutti coloro che nel mondo amano la nostra cultura, la nostra identità e il nostro stile di vita. Oggi celebriamo una vittoria dell'Italia. La vittoria di una Nazione straordinaria che, quando crede in sé stessa ed è consapevole di ciò che è in grado di fare, non ha rivali e può stupire il mondo. Viva la cucina italiana! Viva l'Italia!".

Da oggi quindi la cucina italiana entra ufficialmente nella Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Unesco. Il Comitato intergovernativo dell'organizzazione, riunito a Nuova Delhi, ha approvato l'iscrizione della candidatura della ‘Cucina italiana fra sostenibilità e diversità bio-culturale', confermando la valutazione preliminare positiva dello scorso novembre.

La candidatura era stata presentata nel 2023 dal ‘Collegio Culinario Associazione culturale per l'enogastronomia italiana' in collaborazione con Casa Artusi, l'Accademia della Cucina Italiana e la rivista ‘La Cucina Italiana'. L'obiettivo era promuovere principi e valori tipici della tradizione italiana, come il contrasto allo spreco alimentare e la riduzione del consumo di risorse.

Esulta il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida, secondo cui "Oggi l'Italia ha vinto ed è una festa che appartiene a tutti perché parla delle nostre radici, della nostra creatività e della nostra capacità di trasformare la tradizione in valore universale". "Questo riconoscimento celebra la forza della nostra cultura che è identità nazionale, orgoglio e visione – ha detto ancora il ministro -. La Cucina Italiana è il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza, generazione dopo generazione".

"È la festa delle famiglie che tramandano sapori antichi, degli agricoltori che custodiscono la terra, dei produttori che lavorano con passione, dei ristoratori che portano nel mondo il valore autentico dell'Italia. A loro e a chi ha lavorato con dedizione a questa candidatura va il mio più profondo ringraziamento".

"Questo riconoscimento è motivo di orgoglio ma anche di consapevolezza dell'ulteriore valorizzazione di cui godranno i nostri prodotti, i nostri territori, le nostre filiere. Sarà anche uno strumento in più per contrastare chi cerca di approfittare del valore che tutto il mondo riconosce al Made in Italy e rappresenterà nuove opportunità per creare posti di lavoro, ricchezza sui territori e proseguire nel solco di questa tradizione che l'Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell'Umanità"

Cosa significa che la cucina italiana è Patrimonio Unesco

La decisione segna una svolta nella storia dei riconoscimenti gastronomici dell'Unesco: è la prima volta che viene premiata una tradizione culinaria nella sua globalità, superando l'approccio adottato in passato, che si concentrava su singole pratiche o tecniche. Con l'ingresso della cucina italiana, salgono a 20 gli elementi italiani iscritti nella Lista del patrimonio immateriale, che comprende circa 800 elementi in 150 Paesi.

Tra i precedenti riconoscimenti Unesco già attribuiti all'Italia figurano la Dieta Mediterranea (2013, bene transnazionale), la Vite ad alberello di Pantelleria (2014), l'Arte del pizzaiuolo napoletano (2017) e la Cerca e cavatura del tartufo (2021). Considerata un modello di inclusività e sostenibilità, la cucina italiana viene valorizzata come pratica quotidiana capace di unire comunità diverse, tutelare la biodiversità, ridurre gli sprechi e riflettere la ricchezza culturale dei territori. L'iscrizione Unesco dà alla nostra cucina una sorta di certificazione di alto profilo di cui beneficeranno la filiera e i territori coinvolti.

Coldiretti: "Per il 94% degli italiani è un'opportunità di sviluppo"

"I cuochi contadini, insieme agli agricoltori di tutta Italia, festeggiano l’iscrizione della cucina italiana tra i patrimoni immateriali dell’Unesco, un riconoscimento che affonda le sue radici nella tradizione culinaria delle campagne e nella ricchezza dei mille piatti regionali", hanno detto Coldiretti e Campagna Amica, festeggiando l'annuncio con un video #ÈUnesco (In coerenza con la campagna istituzionale del Masaf) diffuso sui canali istituzionali, in cui vengono mostrati i cuochi contadini, ripresi mentre preparano ricette che raccontano la storia agricola del Paese. Si tratta di un risultato importante anche dal punto di vista della crescita del Paese. Secondo un’indagine Coldiretti/Censis il 94% degli italiani ritiene che il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’Unesco sia un’opportunità di sviluppo per l’economia italiana e per l’Italia in generale.

La cucina italiana vale oggi nel mondo ben 251 miliardi di euro, con una crescita del +5% rispetto all'anno precedente, secondo l'analisi Coldiretti su dati Deloitte Foodservice Market Monitor 2025. I soli Stati Uniti e Cina rappresentano insieme oltre il 65% dei consumi globali per la cucina italiana. Ma il riconoscimento è importante anche per fare chiarezza rispetto alla proliferazione dell'italian sounding, con oltre un italiano su due (53%) che all'estero si ritrova abitualmente a tavola pietanze e prodotti tricolori "taroccati", fatti con ingredienti o procedure che non hanno nulla a che fare con la vera tradizione culinaria nazionale, secondo Ixè.

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