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La crisi dell’industria si fa sentire, aumentano i cassaintegrati: +30% di ore dall’inizio dell’anno

Le ore autorizzate di cassa integrazione, nei primi tre mesi del 2025, sono aumentate del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo l’Inps, l’aumento si spiega soprattutto con le difficoltà di diversi settori dell’industria. Il governo Meloni rivendica i numeri dell’occupazione, ma sulla Cig i dati mostrano un aumento dei lavoratori in difficoltà che va avanti da parecchio tempo.
A cura di Luca Pons
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Gli ultimi dati pubblicati dall'Inps confermano la crisi dell'industria in Italia, e i suoi effetti sui lavoratori. Nei primi tre mesi del 2025 le ore di cassa integrazione autorizzate sono state ben 176,5 milioni. Un numero difficile da rendere in termini concreti, ma basta confrontarlo con lo stesso periodo dell'anno scorso: è in aumento del 30% rispetto ai 133,2 milioni di ore di gennaio-marzo 2024. Probabilmente non si potranno avere informazioni ufficiali sugli ultimi mesi ancora per diverse settimane, dato che gli aggiornamenti dell'Inps sul tema apparentemente sono diventati trimestrali (mentre fino alla metà dell'anno scorso arrivavano ogni mese).

L'Istituto riporta anche che è aumentato leggermente il numero di persone che prendono la Naspi, ovvero l'assegno di disoccupazione. In questo caso il numero è riferimento a novembre 2024: 1,303 milioni di beneficiari, in aumento di circa 30mila persone (+2,2%) rispetto a novembre dell'anno prima.

Perché la cassa integrazione è aumentata così tanto

Secondo la spiegazione data dall'Inps stessa, l'aumento è dovuto soprattutto ad "alcuni comparti produttivi con rilevante peso occupazionale". Tra questi ad esempio "il metalmeccanico, il tessile, l’abbigliamento, il cuoio e le calzature". Si tratta di settori "interessati da processi di transizione e adeguamento organizzativo". O, per dirla con un linguaggio meno tecnico, settori in crisi. D'altronde, è da 25 mesi di fila che la produzione industriale italiana cala. E questo calo si fa sentire anche sull'occupazione.

Il dato sull'esplosione della cassa integrazione – a marzo 2025 ben 60,7 milioni di ore autorizzate, mentre un anno prima erano state 38,9 – mostra un lato del mercato del lavoro italiano su cui in questi mesi il governo è rimasto piuttosto silenzioso. La presidente del Consiglio Meloni ha più volte rivendicato i successi sull'occupazione, che peraltro a marzo ha incontrato una prima battuta d'arresto. Ma non ha parlato del fatto che, mentre aumentava il numero di lavoratori, quello di persone con contratti precari e cassaintegrati è salito. Lo mostravano i numeri di dicembre o lo confermano quelli pubblicati oggi.

Cresce soprattutto la Cig straordinaria,

Andando più nel dettaglio, da gennaio a marzo sono state autorizzate 91,5 milioni di ore ci cassa integrazione ordinaria, usata per riduzioni temporanee della produzione. E altre 81,9 milioni di ore di cassa integrazione straordinaria. Un anno prima, le ore di Cig straordinaria erano state 54,6 milioni, e considerando solo il mese di marzo erano state meno della metà del 2025.

Vale la pena di ricordare che la cassa integrazione è un ammortizzatore sociale con cui l'Inps si fa carico di pagare lo stipendio ai lavoratori che per difficoltà della propria azienda non possono lavorare, o possono farlo solo con un orario ridotto. La paga è ridotta all'80% di quanto sarebbe normalmente, e in ogni caso si arriva fino a un massimo di circa 1.300 euro netti al mese, che possono essere circa 1.500 euro netti se si parla di sospensione del lavoro per catastrofi ambientali.

La cassa ordinaria riguarda le situazioni in cui la durata della sospensione dal lavoro è limitata, o comunque si può prevedere. La cassa straordinaria, invece, è per quelle crisi aziendali in cui la sospensione potrebbe durare parecchio (viene riconosciuta fino a 24 mesi consecutivi).

L'Inps aggiorna i numeri più lentamente

Fare un paragone puntuale sui numeri non è semplice anche perché la pubblicazione dei dati da parte dell'Inps è diventata più rara. Fino alla metà del 2024, gli aggiornamenti sulla cassa integrazione erano tendenzialmente mensili (anche se con qualche eccezione). Da settembre in poi, invece, sembra che siano diventati trimestrali. Così, a fine gennaio sono arrivati i dati sul periodo settembre-dicembre, e solo oggi quelli di gennaio-marzo di quest'anno.

Lo stesso vale per il rapporto sul mercato del lavoro, che riporta anche il numero di lavoratori in cassa integrazione. Nel 2023 e fino a metà dello scorso anno, c'erano nuovi dati ogni mese. Poi le cose sono rallentate. C'è stato un aggiornamento da giugno a settembre e un altro da settembre a dicembre, pubblicato a fine marzo di quest'anno.

Sulla base di quest'ultimo sappiamo che, a novembre 2024, ci sono stati oltre 400mila lavoratori in cassa integrazione per la prima volta dal 2021 (in pieno periodo Covid). E che a dicembre 2024 il numero di cassaintegrati (358mila) era di quasi 70mila persone più alto rispetto a un anno prima (292mila). Per conoscere i numeri ufficiali sul 2025, invece, bisognerà con tutta probabilità aspettare ancora alcune settimane.

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