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Guerra in Ucraina

La Camera approva la risoluzione di maggioranza sull’Ucraina con 410 sì

Dopo l’ok del Senato, anche Montecitorio ha approvato la risoluzione di maggioranza sull’Ucraina con 410 voti a favore, 29 voti contrari e 34 astenuti.
A cura di Giacomo Andreoli
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Dopo l'ok del Senato, anche la Camera approva a larga maggioranza la risoluzione sull'Ucraina in relazione alle comunicazioni di Draghi e in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani. Il via libera al testo è arrivato con 410 voti a favore, 29 contrari e 34 astenuti. D'accordo tutte le anime della maggioranza, compreso quel Movimento 5 stelle ridotto ai minimi termini dalla scissione guidata da Di Maio e non accontentato sullo stop all'invio delle armi in Ucraina. Tra i contrari Sinistra Italiana, i Verdi, membri del gruppo Misto e gli ex grillini di "Alternativa C'è". Dall'opposizione di Fratelli d'Italia, invece, è arrivata l'astensione.

Sono quindi state bocciate tutte le altre risoluzioni di minoranza, a partire da quelle del partito di Meloni e quella firmata da Fratoianni. Tutte avevano ottenuto il parere negativo del governo. Per trovare una quadra tra tutti i partiti che sostengono l'esecutivo e ricevere il via libera in particolare da parte del M5s e LeU, è stato inserito un passaggio, così come al Senato, che parla di maggiore coinvolgimento del Parlamento nelle future scelte del governo sull'Ucraina. "Continuare – recita la risoluzione- a garantire secondo quanto previsto dal decreto legge 14/2022 il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere, con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari". La linea dell'esecutivo, però, rimane sempre la stessa: aiutare l'Ucraina, anche con nuove armi, in linea con le decisioni della comunità internazionale e dei grandi partner europei.

Convinti sostenitori del testo sono stati i membri del nuovo gruppo parlamentare "Insieme per il futuro", guidati da un ministro degli Esteri sorridente durante la lettura delle comunicazioni di Draghi e le procedure di voto in aula.

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