L’Anpi usa i partigiani per il no al referendum. Renziani furiosi: “Intollerabile”

La polemica che contrappone il Partito Democratico ai partigiani ha origine mesi fa, quando durante un incontro relativo alla campagna informativa per il referendum costituzionale del prossimo autunno, il ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, attaccò i detrattori che iniziavano a costituire il fronte del "no" al Ddl Boschi e dichiarò: “È vero, l’Associazione nazionale partigiani come direttivo nazionale ha preso una linea, però ci sono molti partigiani, quelli veri, e non quelli venuti poi, che voteranno sì alla riforma". La Boschi si riferiva alla posizione del Comandante Diavolo, l'emiliano Germano Nicolini, che in un'intervista rilasciata pochi giorni prima aveva sostenuto avrebbe votato "sì" al referendum costituzionale.
La presa di posizione del Ministro Boschi – che già qualche settimana prima paragonò "parte della sinistra", ovvero la minoranza contraria alla riforma, a Casapound, per via delle similari posizioni relative al voto costituzionale – scatenò un vero e proprio putiferio in quei giorni. Numerosi furono gli esponenti della minoranza del Partito Democratico e di Sel a rispondere al ministro sottolineando che non poteva permettersi di distinguere i veri partigiani dai falsi a seconda delle preferenze espresse in materia costituzionale. Durissimo fu l'intervento di Bersani, per esempio, che su Facebook pubblicò un messaggio piuttosto amaro: "Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere? Siamo forse già arrivati a un governo che fa la supervisione dell'Anpi?".
La polemica, quindi, oggi, 12 settembre, a distanza di parecchi mesi e ormai con la data della consultazione referendaria in dirittura d'arrivo, torna a rinfocolarsi a causa di un'iniziativa pubblicitaria ideata dall'Anpi, iniziativa che prende spunto proprio dalla famosa querelle Boschi – Partigiani. Un semplice manifesto, sullo sfondo la foto d'epoca di un partigiano e un semplice testo che recita: "Io dico di no", corredato dal simbolo e dallo slogan del coordinamento per i "no" al referendum costituzionale. Non appena divenuti di dominio pubblico, i manifesti sono stati fotografati, pubblicati e rilanciati sui social media scatenando le reazioni indignate degli esponenti dell'ala renziana del Partito Democratico. Alessia Morani, deputata e vicepresidente del gruppo Pd, scrive su Twitter: "Io sono tesserata ANPI. Questa propaganda è intollerabile e ingannevole. I partigiani e la resistenza non si usano", raccogliendo però diversi messaggi di sberleffo da parte degli utenti e i reetweet di molti colleghi di partito.