Jobs Act, la Corte Ue: “Chi è licenziato in modo illegittimo può non essere reintegrato”

Licenziare pagando semplicemente una penale non è vietato dal diritto dell'Unione europea. Si torna a parlare del Jobs Act, di cui si è occupata recentemente anche la Corte Ue, che ha prodotto proprio oggi una sentenza chiarissima. La misura, voluta dal governo Renzi per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato da parte delle aziende, secondo la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha proprio questo effetto, per questo è nella facoltà degli Stati membri portare avanti questo tipo di provvedimenti. Nessuna discriminazione quindi, né alcuna legge europea che possa difendere il diritto al reintegro in azienda del lavoratore. Per effetto del Jobs Act infatti, se prima il dipendente aveva diritto comunque a riavere il proprio posto se il licenziamento fosse stato illegittimo, il massimo che può ottenere il lavoratore è un'indennità economica con una soglia massima.
Facciamo un passo indietro: la Corte Ue è stata chiamata in causa dal Tribunale di Milano per un caso di licenziamento collettivo illegittimo. Nel 2017 la Consulmarketing ha avviato la procedura di licenziamento per 350 lavoratori dell'azienda, assunti a tempo indeterminato. Dopo il ricorso dei dipendenti, il giudice ha predisposto il reintegro perché la decisione era stata illegittima. O meglio, lo ha predisposto per 349 di loro. L'unico che non è stato reintegrato in azienda era stato assunto a tempo indeterminato dopo l'entrata in vigore del Jobs Act, e proprio per questo motivo non ha avuto questo diritto. Il suo contratto di lavoro era stato convertito da tempo determinato a indeterminato dopo il 7 marzo del 2015, perciò non può rivendicare altro che un'indennità.
Il Tribunale di Milano aveva chiesto alla Corte se ci fossero delle norme del diritto europeo che si opponessero al Jobs Act. In sostanza, la Corte di Giustizia Ue ha risposto di no, e non solo: la misura messa in campo dal governo Renzi è totalmente legittima. Secondo i giudici rendere più flessibile il mercato del lavoro alleggerendo le penali in caso di licenziamento illegittimo, come in questo caso, favorisce effettivamente le assunzioni a tempo indeterminato. Su questo tipo di misure, ovvero politiche che incentivino i contratti di lavoro, la Corte ha spiegato che gli Stati membri hanno ampio margine di manovra e discrezionalità.