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Ius scholae, Tajani a Fanpage: “Da Fi nessuna marcia indietro, ma i tempi li decidiamo noi non la sinistra”

Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, intervenuto al ‘Forum in Masseria’, organizzato da Bruno Vespa con Comin & Partners, insiste sul tema della cittadinanza: “Nel programma del centrodestra si parla al punto 6 di integrazione economica e sociale degli stranieri”. Il ministro ha poi risposto a una domanda di Fanpage.it sui tempi per portare in Aula la proposta: “Dopo la pausa estiva ci sarà la manovra, vedremo quali saranno i tempi giusti. Non facciamo marcia indietro. Se la sinistra è pronta a votare il nostro testo, si può discutere”.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO:

Il ministro degli Esteri e vicepremier forzista Antonio Tajani è intervenuto alla quinta edizione del ‘Forum in Masseria', organizzata da Bruno Vespa con Comin & Partners. Il vicepremier insiste sul tema della cittadinanza, riproponendo il testo di Forza Italia: "Non parliamo di ius scholae, ma di ius italiae. La nostra proposta prevede di chiedere la cittadinanza italiana dopo dieci anni di scuola conclusi con profitto, quindi il percorso della scuola dell'obbligo a cui sono tenuti tutti gli italiani. Niente a che vedere con la proposta della sinistra e niente a che vedere con la proposta bocciata del referendum. Cinque anni non sono assolutamente sufficienti a formare un buon cittadino".

Il ministro durante il punto stampa ha risposto a una domanda di Fanpage.it, sulla possibilità che la proposta di legge sulla cittadinanza venga incardinata dopo la pausa estiva, in autunno. Sui tempi però il ministro non si è sbilanciato, ma ha sottolineato l'intenzione di non creare dissapori nella maggioranza, ma al contrario di voler "convincere" gli alleati Meloni e Salvini.

"Noi non cambiamo idea, ma i tempi li decidiamo noi, non li decide la sinistra", ha detto Tajani rispondendo a Fanpage.it, "li decidiamo quando secondo noi è più utile per l'Italia aprire un dibattito" sulla cittadinanza "non per far contento il Partito Democratico o qualche altro partito minore, che vuole solo provocare. Metà di quella proposta è già legge, adesso lavoriamo per la seconda parte. Non voglio fare una proposta solo per fare una provocazione. Cercherò di convincere i miei alleati, dubito che la sinistra accetti i dieci anni, noi non voteremo mai una proposta che parla di cinque anni per dare la cittadinanza italiana, o dieci o niente".

A una domanda diretta di Fanpage.it sulla possibilità di votare la proposta senza il consenso di tutta la maggioranza, e quindi con le opposizioni, Tajani è rimasto vago, ma non ha chiuso a questa possibilità, nel caso in cui la sinistra sia pronta a votare lo ius italiae: "Ne parleremo, non faccio nessuna marcia indietro. Adesso in Parlamento si sta facendo la riforma della Giustizia, che è una riforma costituzionale che è una nostra priorità. Poi ci sono tanti decreti, è tutto ingolfato". Quindi, nel ragionamento del ministro, annunciare che si porterà in Aula questa proposta sarebbe "prendere in giro la gente e fare solo dichiarazioni, perché non si può fare nulla in questo momento. Dopo la pausa estiva ci sarà la manovra, vedremo quali saranno i tempi giusti. Non facciamo marcia indietro, stiano tutti tranquilli, io non sono abituato a fare marcia indietro. Chiederemo la calendarizzazione quando sarà possibile farla approvare, io mi auguro il prima possibile, se no non avremmo presentato questa proposta di legge. Non faccio manfrine, chi mi conosce lo sa. Però certamente la presento quando decidiamo noi, non quando fa comodo ad altri per creare polemiche. Perché, ripeto, noi non siamo disposti a trattare sui dieci anni. Siccome non voglio far arenare la proposta, dico subito che se tutta la sinistra è pronta a dire ‘votiamo i dieci anni', se è pronta a votare il nostro testo, non il loro, allora si può discutere".

Ius scholae, Tajani: "La cittadinanza è nel programma di governo, non c'è rischio invasione islamica a scuola"

Di cittadinanza Tajani ha parlato anche dal palco, tornando sullo scontro che da giovedì scorso agita la maggioranza, il tema dello ius scholae. La discussione politica questa volta è nata dalle dichiarazioni del portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi, secondo il quale gli azzurri sarebbero pronti a votare la proposta di riforma della cittadinanza anche senza gli alleati Lega e Fdi, insieme alle opposizioni.

"Se ne parla spesso a sproposito, ci sono due due proposte di Fi, una alla Camera e una al Senato – ha detto Tajani rispondendo alle domande di Bruno Vespa – Spesso la cittadinanza è diventata un mercato, metà della proposta di Fi, che riguardava la cittadinanza a persone discendenti di italiani, è stata già accettata dal governo. L'altra parte dice che per diventare italiani non è sufficiente vivere in Italia. Vogliamo affrontare un problema sociale che riguarda un milione di studenti, che non hanno la cittadinanza. Noi diciamo che se un ragazzo ha completato con profitto 10 anni di scuola, può avere la cittadinanza. Vuol dire averla praticamente a 17-18 anni. Per noi la cittadinanza è una cosa seria, il modello è quello di Roma. Roma inglobava, non escludeva. Dobbiamo dimostrare la forza della nostra identità, altro che debolezza. Un centrodestra moderno deve farsi carico di questo problema, non possiamo lasciarlo alla sinistra che vuole concedere la cittadinanza, quella sì con lassismo, dopo soli 5 anni. Nel programma del centrodestra si parla al punto 6 di integrazione economica e sociale dei migranti regolari che vivono in Italia. Lungi da me voler mettere in difficoltà il centrodestra. Ma è mio dovere dire al centrodestra che dobbiamo affrontare un problema sociale, non possiamo farlo affrontare alla sinistra".

"Non voglio che si pensi che il nostro programma sia solo lo ius italiae. La priorità numero uno è la riforma della Giustizia", ha detto ancora Tajani, aggiungendo però che "Se uno merita la cittadinanza, deve ottenerla in tempi rapidi". Vespa ha chiesto dunque al ministro se Forza Italia sarebbe pronta a votare la legge con le opposizioni, come emerso nei giorni scorsi. "Io vorrei convincere i nostri alleati entrando nel merito. È giusto che gli italiani abbiano votato no al referendum, noi non siamo disposti a fare accordi al ribasso, si vedrà in Parlamento. Nella scorsa legislatura nel centrodestra c'era un clima diverso da quello attuale. Non si parla della concessione facile della cittadinanza. Io non ho paura di confrontarmi con un musulmano, con un buddhista, perché dovremmo avere paura di inglobare, se siamo forti della nostra identità. Non c'è alcun pericolo di invasione islamica nelle scuole", ha detto il ministro, con un riferimento esplicito alla risoluzione della Lega, contro la presunta propaganda islamista nelle scuole. "Non possiamo far diventare italiani solo quelli che ci fanno comodo, perché giocano nella nazionale di calcio o di pallavolo", ha ribadito.

Dopo la bacchettata della premier Meloni, che proprio dal Forum in Masseria a Manduria aveva chiuso all’ipotesi di affrontare il tema cittadinanza in questa legislatura, Tajani ieri aveva replicato, ricordando che la proposta di Forza Italia, lo ius italiae, sarebbe "in sintonia con il programma del centrodestra", ribandendo l’intenzione di "aprire un dibattito a livello parlamentare", e ricordando che "In passato anche Fdi era favorevole".

Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia, ha ripetuto la posizione della premier, ma negando che la questione possa portare a fratture nella maggioranza. "Noi crediamo che non sia un tema che interessa gli italiani, la legge va bene come è, lo ha confermato anche il referendum. Ci possono essere visioni diverse nella maggioranza, non siamo un partito unico, ma l'opposizione non creerà un cuneo, non si illudano", ha detto oggi in un'intervista al Corriere della Sera.

Tajani sui dazi: "Trattativa in corso, tariffe del 10% sopportabili per la nostra economia"

Nel dialogo con il padrone di casa è stato affrontato oggi anche il tema dei dazi, con la scadenza del 9 luglio – data ultima fissata da Washington come limite per siglare un accordo commerciale – sempre più vicina, e con il rischio che i dazi, ora al 10%, raddoppino, o arrivino addirittura al 50% come minacciato da Trump.

Ieri il ministro francese dell’Economia Eric Lombard ha detto che un accordo potrebbe essere raggiunto nel fine settimana dalla delegazione dell’Unione europea che è ora a Washington. In caso contrario, Bruxelles sarebbe pronta a rispondere con controdadi pari a circa 90 miliardi sui prodotti americani.

Ci sarebbero diverse ipotesi in campo. "La trattativa è in corso, ma è ancora presto, perché sarà Trump a dire l’ultima parola sul negoziato – ha detto il vicepremier a Vespa – Una guerra dei dazi non fa bene a nessuno, è un danno per l’economia in generale. L’obiettivo dovrebbe essere arrivare a zero dazi" tra le economie dell'Occidente, Europa, Stati Uniti, Canada. "Fare delle previsioni è difficile, quello del 10% non sarebbe un dazio insopportabile per la nostra economia".

Sulla possibilità che possano esserci dazi differenziati per settori, Tajani ha ribadito che "ci sono varie ipotesi sul tavolo. La politica commerciale dell’Unione europea è devoluta alla Commissione, che si consulta con noi".

Sulle guerre in corso, e in particolare sul conflitto in Ucraina, Tajani ha detto che "Con la Russia la trattativa è molto complicata, Putin non vuole il cessate il fuoco, non vuole Zelensky al governo, vuole la tutela delle minoranze russe e vuole occupare spazi di territorio che ha già occupato. Dopo l’ultima telefonata mi pare che Trump abbia ripensato un po’ la sua decisione sulla difesa aerea ucraina. Putin non è un interlocutore facile, non è facilmente condizionabile. Rischia l’isolamento. Se le sanzioni gli impediscono di spendere molto per finanziare il suo esercito, possono colpirlo. Le sanzioni non devono essere controproducenti per noi, ma devono mettere Putin nelle condizioni di non poter più finanziare il suo esercito". In ogni caso secondo il ministro, è "difficile arrivare a una soluzione" in Ucraina entro quest'anno.

Sull'Iran "bisogna ancora trovare un accordo. Sicuramente ha subito una sconfitta militare. Si può autorizzare l'Iran a fare ricerca sull'energia nucleare a fini di pace, ma impedirgli di avere la bomba atomica. Sono un grande sostenitore dell'energia nucleare", ha detto il ministro, che resta critico sull'utilizzo a fini militari del nucleare.

Secondo Tajani, "Se avessimo interrotto le relazioni diplomatiche con Israele, come chiedeva qualcuno", l'Italia non sarebbe riuscita a portare fuori persone da Gaza. "L'Italia è l'unico Paese al mondo che è riuscito in questa fase a far entrare dentro la Striscia un convoglio delle Nazioni Unite" nell'ambito del progetto Food for Gaza.

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