video suggerito
video suggerito
News su migranti e sbarchi in Italia

“Italia collabora al respingimento illegale di migranti in Tunisia, gli audio lo provano”: la denuncia delle Ong

L’11 luglio 33 persone sono state intercettate e respinte in Tunisia dalla Garde Nationale tunisina, la Guardia Costiera italiana era sul posto e ha soccorso altre 27 persone a bordo della stessa imbarcazione. Una registrazione della nave Humanity 1, anch’essa in loco, denuncia la collaborazione tra i tunisini e la motovedetta italiana.
1 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

“Va bene, quindi significa che ci sono 4 persone rimaste in acqua, giusto? Se ho capito, perché qui abbiamo 27 persone. Voi avete 33 persone. Se mi aiutate a contarli, diciamo 64 persone in totale, giusto? Questo significa che rimangono 4 persone (………) grazie della collaborazione – Garde Nationale”.

Quella che leggete è una conversazione tra la Guardia Costiera italiana e quella tunisina. Fanpage.it ne è entrata in possesso grazie all’Ong tedesca Sos Humanity.

Venerdì 11 luglio, poco dopo aver completato il salvataggio di 26 naufraghi a largo delle coste libiche, la Humanity 1 – la nave di ricerca e soccorso di Sos Humanity – riceve una richiesta di aiuto da un aereo Frontex che segnala circa 70 persone in pericolo in acque internazionali.

L'aereo Seabird 1 di Sea Watch è sul posto e conferma che l'imbarcazione è alla deriva. Il Centro di Coordinamento Marittimo italiano (MRCC) assegna il soccorso ad Humanity 1 che procede verso il barchino in ferro per prestare assistenza ai profughi. Mentre era in navigazione l’equipaggio di Sos Humanity registra una conversazione radio VHF tra la Guardia Costiera tunisina e quella italiana riguardo a un'operazione in mare: la Guardia Costiera tunisina ha riferito di aver preso a bordo 33 persone, mentre la Guardia Costiera italiana ha segnalato 27 persone a bordo della propria imbarcazione, indicando che quattro persone erano disperse. Il MRCC italiano poco dopo informa l’equipaggio della nave umanitaria che le persone sono state soccorse e gli ordina di procedere verso Brindisi – il porto sicuro assegnato per lo sbarco delle 26 persone già a bordo di Humanity 1.

Intanto i 27 naufraghi soccorsi dalla Guardia Costiera italiana sono stati fatti sbarcare a Lampedusa. “Ci hanno raccontato che erano partiti da Sfax, in Tunisia, e di essere stati in mare quattro giorni. La barca si sarebbe fermata in acque internazionali per un giorno e mezzo, senza benzina. Ci hanno detto di essersi trovati, a un certo punto, tra la Guardia Costiera tunisina e quella italiana. Chi sapeva nuotare si è gettato in mare ed è arrivato all'imbarcazione della Guardia Costiera italiana. Delle 63 persone partite quattro giorni prima, solo 27 sono approdate a Lampedusa”, ha dichiarato Mediterranean Hope – Osservatorio sulle migrazioni attivo a Lampedusa dal 2014 – che era al Molo Favaloro al momento dello sbarco dei 27 naufraghi.

Le prove raccolte dall’equipaggio di Humanity 1 insieme alle testimonianze dei profughi riportate da Mediterranean Hope confermano la collaborazione della guardia costiera italiana con quella tunisina in un respingimento che ha costretto 33 persone a tornare in Tunisia e ha lasciato almeno 4 persone disperse in mare.

“Sulla base delle prove fornite da Humanity 1, possiamo confermare un respingimento illegale da parte della Guardia Costiera tunisina, che ha costretto 33 persone a tornare in Tunisia e ha lasciato almeno 4 persone disperse in mare (il numero definitivo è sconosciuto)”, dichiara Marie Michel, responsabile dell'Advocacy di Sos Humanity.

Per le due Ong, infatti, si tratta a tutti gli effetti di un respingimento illegale considerando le condizioni a cui sono costretti i migranti in Tunisia – più volte denunciate da Fanpge.it – che non può essere considerata un luogo sicuro secondo la Convenzione SAR del 1979. Si tratta di una normale operazione di soccorso, invece, per la Garde Nationale tunisina, alla quale è stato dato mandato di soccorso nell’area SAR di competenza (istituita a giugno dell’anno scorso), in base agli accordi con l’Europa e l’Italia. La Guardia Costiera italiana, invece, al momento della pubblicazione di questo articolo, non ha ancora risposto alla nostra richiesta di un commento sull'accaduto.

“L'intercettazione coercitiva da parte della Guardia Costiera tunisina e la scomparsa di 4 persone non sono un evento isolato, ma fanno parte di un sistema. La Guardia Costiera tunisina non effettua operazioni di ricerca e soccorso in conformità con il diritto internazionale, ma costringe illegalmente le persone a tornare in Tunisia, dove sono soggette a gravi violazioni dei diritti umani. Ciononostante, l'UE e i suoi Stati membri continuano a finanziare la Guardia Costiera tunisina. – Conclude Michel – La perdita di almeno quattro vite umane e il ritorno forzato di 33 persone in Tunisia, dove i loro diritti non sono tutelati, è l'ennesima condanna senza appello delle politiche migratorie letali dell'Europa e della sua diretta responsabilità per queste inaccettabili violazioni dei diritti umani in mare, finanziando attori come la Guardia Costiera tunisina, responsabili di mettere in pericolo i naufraghi e di costringerli a tornare indietro, violando il loro diritto di asilo”.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views